E’ il giorno di Sant’Agata, Patrona di Catania. Migliaia i cittadini e turisti che sfidando la pioggia hanno voluto rendere omaggio alla santa, tra le martiri della cristianità più note.
La festa di Sant’Agata, infatti, è la terza festa religiosa più importante al mondo dopo la settimana Santa di Siviglia e il Corpus Domini di Cuzco, in Perù.

Con la messa dell’Aurora celebrata all’alba nella cattedrale di Catania, la città e i devoti hanno riabbracciato la Santa fino a quel momento rimasta custodita nella “cammaredda”, ovvero un sacello oggetto di pellegrinaggi e devozione tutto l’anno. 

Poi il busto di Sant’Agata ha cominciato a sfilare per la città con il giro esterno del fercolo: la pioggia ha però cambiato i programmi della processione che sta proseguendo a ritmi più veloci del solito, mentre le candelore sono state coperte.

La lunga processione è cominciata da piazza Uzeda, questo il percorso: via Dusmet, via Vittorio Emanuele, piazza dei Martiri, via della Libertà, piazza Jolanda, via Umberto, piazza Carlo Alberto, piazza Stesicoro, salita dei Cappuccini, piazza San Domenico, via Plebiscito, piazza Risorgimento, piazza Palestro con i fuochi del Fortino, San Cristoforo, Calata della Marina e infine il rientro al Duomo.

I festeggiamenti, iniziati ieri, proseguiranno anche domani con un’altra processione. Sul fercolo del 5 febbraio, i garofani rossi del giorno precedente (simboleggianti il martirio), vengono sostituiti da quelli bianchi (che rappresentano la purezza). Nella tarda mattinata, in cattedrale viene celebrato il pontificale. AI tramonto ha inizio la seconda parte della processione che si snoda per le vie del centro di Catania, attraversando anche il “Borgo”, il quartiere che accolse i profughi da Misterbianco dopo l’eruzione del 1669.

Il momento più atteso è il passaggio per la via di San Giuliano, che per la pendenza è il punto più pericoloso di tutta la processione. Rappresenta una prova di coraggio per i “cittadini”, ma è interpretato anche – a seconda di come viene superato l’ “ostacolo” – come un segno celeste di buono o cattivo auspicio per l’intero anno. All’alba del giorno 6, il Fercolo con le reliquie giunge in via Crociferi. E’ il momento in cui la Santa saluta la città prima della conclusione dei festeggiamenti. Per tutta la notte, migliaia di cittadini in camice bianco sfidano il freddo della notte, gridando “Viva Sant’Agata”, in un momento denso di magia e spiritualità.