Una tratta di esseri umani che ha coinvolto, come vittime, giovani donne nigeriane è al centro di un’operazione della Polizia di Catania, coordinata dalla locale Procura Distrettuale etnea.
Arresti, con l’operazione ‘Promise land’, sono in corso in ambito nazionale nei confronti di un gruppo criminale specializzato nella lucrosa attività di ‘human trafficking’.
Le indagini sono state avviate dalla squadra mobile della Questura di Catania dopo lo sbarco di migranti avvenuto nel porto del capoluogo etneo il 7 aprile 2017 dalla motonave Aquarius della Ong Sos Mediteranee che “hanno permesso di fare luce su numerosi casi di tratta ai danni di giovani ragazze nigeriane”.
Si trattò di uno sbarco di massa in un periodo molto caldo per gli arrivi di migranti. In una sola notte fra sabato e domenica mattina la nave Aquarius di SOS MEDITERRANEE, organizzazione umanitaria italo – franco – tedesca che opera in partnership con MSF (Medici senza Frontiere) aveva tratto in salvo 946 persone da 7 gommoni e due imbarcazioni di legno al largo delle coste libiche, con 9 distinte operazioni di soccorso nell’arco di appena 15 ore.
Gli interventi, tutti coordinati dal MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre) della Guardia Costiera a Roma, hanno avuto luogo a 20-25 miglia a nord di Sabratha, da dove le imbarcazioni -secondo le prime testimonianze dei profughi – sarebbero partite nel pomeriggio di sabato.
Quattro delle 9 operazioni sono state portate a termine interamente dal SAR team di SOS MEDITERRANEE e dal team di MSF a bordo della nave Aquarius, 5 con il supporto della nave Minden della ONG LIFE BOAT.
Il numero delle persone e delle imbarcazioni soccorse contemporaneamente fu un record assoluto per la nave Aquarius che non era nuova alla rotta e agli sbarchi in Sicilia
“Nonostante le condizioni climatiche favorevoli, non ce l’avremmo fatta senza un SAR team straordinariamente professionale” – raccontò Klaus Merkle, coordinatore SAR di SOS MEDITERRANEE – “la cooperazione con la nave Minden è stata ottima. Con così tante imbarcazioni da soccorrere, era necessario suddividere gli interventi”. “Abbiamo fatto solo il nostro lavoro – aggiunge il vice-coordinatore Nicola Stalla – è stato un lavoro perfetto, perfetta l’operazione e perfetto il team: non ci sono stati feriti”.
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