in servizio alla nefrologia del vittorio emanuele

Scandalo dialisi Catania, si allarga l’inchiesta: arrestato un altro medico

Si allarga l’inchiesta per corruzione che lo scorso ottobre ha portato all’arresto di cinque persone tra dirigenti medici, imprenditori e infermieri. Agli arresti domiciliari finisce Gaetano Romeo, 58 anni, dirigente medico in servizio nel reparto di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania.

Quello scoperto dalla Finanza, con l’operazione ‘Bloody Money’, è un sistema ben consolidato in cui si dirottavano i pazienti in dialisi dalle strutture ospedaliere pubbliche a quelle private.

Le altre misure restrittive (confermate dal Tribunale del Riesame di Catania) sono state emesse a ottobre nei confronti di tre imprenditori, due dirigenti medici e un infermiere e hanno previsto il commissariamento giudiziale di due società private.

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I medici approfittavano del rapporto diretto instaurato con i pazienti affetti da patologie nefrologiche e bisognose di terapia dialitica per orientare l’invio di pazienti verso centri dialisi privati nei quali gli stessi hanno diretti interessi economici.

Secondo quanto ricostruito durante le indagini, il medico nefrologo Gaetano Romeo ‘dirottava’ i pazienti, molti dei quali assegnati al medico per la trattazione ambulatoriale della patologia, al centro dilaisi “Le Ciminiere s.r.l.”, di cui aveva acquisito in modo occulto una quota sociale e nel Centro “Delta s.r.l.” di cui la moglie aveva altre quote.

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I medici già coinvolti nell’indagine, alcuni dei quali in servizio negli ospedali pubblici, rispondevano ad una logica di “equa” ripartizione dei pazienti nelle diverse cliniche private in cui avevano interessi economici.

Non è escluso che nelle prossime settimane possano esserci altri sviluppi nell’inchiesta: la Procura di Catania ha disposto accertamenti, approfondimenti e verifiche specifiche per individuare ulteriori modalità con cui le strutture private si sono, nel tempo, assicurate l’approvvigionamento dei pazienti, verosimilmente mediante il riconoscimento non solo di quote societarie, ma anche mediante l’elargizione di somme di denaro correlate all’invio di ogni singolo paziente.

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