Approfittando dello stato di salute dei pazienti in dialisi li ‘dirottavano’ dalle strutture ospedaliere pubbliche a quelle private.

E’ quanto ricostruito dai finanzieri di Catania che con l’operazione ‘Bloody money’ hanno arrestato cinque persone per associazione a delinquere e corruzione ai doveri d’ufficio.

Tra i cinque indagati, finiti ai domiciliari,  c’è Francesco Messina Denaro, alias Gianfranco Messina (si faceva chiamare così ndr), 55 anni, procuratore speciale della ‘Diaverum Italia Srl’ per la Sicilia.

Nato a Castelvetrano, ha un lontano legame di parentela con il noto boss latitante Matteo Messina Denaro: i rispettivi nonni Francesco e Salvatore erano fratelli.

IL SISTEMA ‘CORROTTO’ SCOPERTO DALLA FINANZA A CATANIA 

Gli altri arrestati sono: Salvatore Guerino, 65 anni e Carmelo Papa, 60 anni, rispettivamente ad di fatto è di diritto del centro dialisi privato ‘Le Ciminiere Srl’, Giorgio Leone, 52 anni ed Elvia Sicurezza, 65 anni, rispettivamente dirigenti medici in servizio nei reparti di Nefrologia e Dialisi degli ospedali Garibaldi e Vittorio Emanuele di Catania.

Le indagini hanno ricostruito diversi episodi corruttivi tra il luglio del 2014 e l’aprile del 2015. Il giudice ha anche disposto, l’interrogatorio di garanzia, per la nomina di un commissario giudiziale per un anno a carico delle due società coinvolte nelle indagini: la ‘Diaverum’ di Assago e ‘Le Ciminiere’ di Catania.