Dallo sciopero degli autobus al settore della scuola in piazza. Sarà un venerdì di ‘passione’ quello di oggi a Catania.

I lavoratori dell’amt hanno confermato le 8 ore di interruzione del servizio dalle 10 alle 18.

Confermato anche il sit-in di protesta, dalle 10 alle 13, dinanzi alla sede dell’azienda sprofondata in una crisi sempre più nera.

I lavoratori contestano il piano con cui l’azienda trasporti vorrebbe provare a risanare il pesante debito, scaturito, a sua volta, dai crediti che l’Amt deve riscuotere dalla regione siciliana e dal comune di Catania.

In stato di agitazione anche i docenti, i precari del settore scuola, i cittadini, docenti, precari, amministrativi e operatori Ata.

Scendono in piazza per valorizzare le professionalità, rinnovare il contratto, stabilizzare i precari, rafforzare la contrattazione di istituto, adeguare le retribuzioni e le pensioni.

A Catania la Flc Cgil, Cisl, Uil e Snals organizzano un presidio davanti al teatro Stabile di via Fava a Catania, a cui seguirà un’assemblea cittadina,assieme ai lavoratori del teatro, sul tema “Scuola, cultura, comunicazione”.

“Protesteremo contro il Governo Renzi, sordo alle nostre legittime richieste – dichiarano i sindacati della scuola in una nota congiunta – e daremo testimonianza di forte vicinanza e solidarietà a tutti i lavoratori da mesi senza stipendio, che hanno occupato i locali del Verga per richiedere il pagamento delle retribuzioni bloccate e sollecitare la politica locale e regionale ad adoperarsi urgentemente per un rilancioserio e programmato dell’Ente”.

Una data non scelta a caso quella del 20 maggio che ricorda l’anniversario – era il  1970 – della firma della legge 300, conosciuta come lo Statuto dei Lavoratori. Alla protesta aderiranno cittadini, docenti, personale ATA, sia precario che di ruolo e i comparti ricerca, università e AFAM.

I temi caldi sono legati al contratto collettivo che non viene rinnovato dal 2006, e fermo dal punto di vista economico al 2009, i bonus sulle pensioni, e ancora, la stabilizzazione di migliaia di precari storici tagliati fuori dalla legge 107/2015, la cosiddetta Buona scuola, e il riconoscimento del valore del lavoro del personale ATA: amministrativi, tecnici e ausiliari, le cui condizioni di lavoro, senza garanzie di stabilità né continuità professionale, non sono più sostenibili.

“Sono ancora migliaia i docenti esclusi che hanno diritto alla stabilizzazione in base alla sentenza della Corte di giustizia Europea – hanno commentato–e ce ne sono altrettanti che ne avrebbero diritto per avere prestato servizio nelle scuole per decenni, mentre il personale ATA non viene minimamente perso in considerazione dalla legge 107/2015 nessun scorrimento di graduatoria né sblocchi di assunzioni. Per questo diciamo che serve un nuovo piano di stabilizzazione”.

(nella foto via Etnea a Catania)

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