Problemi senza fine per l’Amt di Catania, ormai un’azienda al collasso. Come si legge nella nota del segretario della Faisa-Cisal, Romualdo Moschella, sarebbero svaniti “nel nulla gli 8,4 milioni di euro che la Regione Sicilia il mese scorso ha inviato al Comune di Catania, in qualità di committente/proprietario della Spa per il 1° e 2° quadrimestre 2016”.

E intanto i lavoratori continuano a rimanere senza stipendio. Ma non solo: “oltre agli stipendi – continua Moschella – non c’è certezza per il rifornimento, i fornitori di carburante hanno paventato la chiusura dei rubinetti se non saranno saldati, la stessa cosa risulta per quanto riguarda  i fornitori di ricambi”.

La precaria situazione si tocca con mano in città: per strada il 40% in meno delle vetture, numerose senza aria condizionata e senza macchinette obliteratrici per vidimare i tagliandi.

“Mentre il management attuale, – continua il segretario Faisa-Cisal  – privo sicuramente di risorse, non è stato all’altezza della situazione, e la Partecipata, risulta orfana del proprio Socio Unico, nel frattempo i lavoratori si vedono recapitare a casa i decreti ingiuntivi da parte delle finanziarie che non ricevono le rate da parte dell’Azienda malgrado le somme loro dovute, vengano trattenute dagli stipendi”.

Anche per questo il prossimo 5 luglio i lavoratori dell’Amt torneranno a scioperare.

Nel frattempo arriva anche la denuncia di Manlio Messina e Ludovico Balsamo, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia. La foto mostra una fermata dell’Amt nel quartiere di San Giovanni Galermo, una fermata comunemente chiamata “Della Madoninna”.

Non serve uno scienziato per comprendere quanto possa essere pericolosa la fermata, se è vero che, chi attende l’autobus, è costretto a stazionare in minuscolo tratto di marciapiede.

La fermata, secondo i consiglieri Messina e Balsamo non sarebbe stata approvata dall’Utu (ufficio traffico urbano): “Avevamo denunciato tempo fa lo stato delle fermate Amt non regolari, – si legge nella nota di Messina e Balsamo – difatti circa l’80% di esse oltre a non essere mai state autorizzate dall’ufficio competente, ufficio Utu, non sono nemmeno regolari dal punto di vista della concessione del suolo pubblico e quindi del relativo pagamento al comune di Catania da parte della società Amt che, come tutti gli enti esterni ed anche se di proprietà del comune stesso, devono provvedere a fare.