E’ già scontro a Catania sul nuovo piano di riequilibrio del redatto dall’amministrazione comunale. L’atto è ancora al vaglio dei revisori dei conti che potrebbero dare il pare entro il prossimo fine settimana e successivamente approderà in consiglio comunale per la votazione, tuttavia da giorni la questione è motivo di scontro e confronto.

Stasera, nella palestra di piazza Lupo, Catania Bene Comune argomenterà soprattutto sul piano di dismissione degli immobili, mentre giovedì prossimo a Palazzo degli Elefanti sarà il vicepresidente vicario, Sebastiano Arcidiacono, ad affrontare la questione in un confronto aperto.

Da posizioni politicamente differenti (se non addirittura divergenti) Cbc e l’esponente del gruppo misto considerano l’operazione come una sorta di “ipoteca sul patrimonio cittadino” e sul futuro di Catania.

Così come non sono mancati gli attacchi sulla tema durante la manifestazione del Movimento 5 Stelle di sabato scorso dove è stato anche allestito il gazebo  “Bianco dimettiti”: “Appena sono stati presentati i moduli con la petizione popolare per sfiduciare il sindaco – scrivono i 5 Stelle – si è formata una lunga fila di catanesi pronti a firmare e, nello spazio di poche ore, è stato raggiunto il tetto minimo per la presentazione”.

Intanto nei giorni scorsi l’amministrazione in una nota ha spiegato che il documento non prevede alcun aumento di tariffe o tasse locali fra cui l’Imu, né è previsto inoltre alcun taglio nei contratti di servizio con le Partecipate.

Quanto al piano di dismissione la nota di Palazzo degli Elefanti chiarisce che “la presunta “svendita” dei beni immobili comunali e l’invocato ricorso al dissesto finanziario, si ricorda che, proprio in caso di dissesto tutte le proprietà municipali sarebbero svendute. Il dissesto porterebbe inoltre all’azzeramento dei contratti di servizio con le partecipate e all’impoverimento complessivo della città e dei cittadini”.

Entrando nel merito degli immobili da mettere in vendita, l’amministrazione afferma che “nel Piano di rientro è stato inserito, correttamente, un elenco con sostanzialmente tutti i beni comunali, compresi quelli inalienabili che, ovviamente, non possono essere venduti e che invece qualcuno si è divertito a indicare come pronti a essere messi sul mercato. Nel Piano si specifica con assoluta trasparenza che il valore complessivo di tutti gli immobili è di 60 milioni di euro mentre per il riequilibrio finanziario ne occorrono 45”.

Secondo il governo cittadino sarà il Consiglio comunale ad avere la facoltà “ di scegliere, tra gli immobili vendibili, quali conservare al pubblico patrimonio e quali mettere in vendita”.

Ma sulla vicenda Catania Bene Comune replica sul proprio sito e denuncia che  “l‘elenco di immobili (definito SCHEDA 1 nella relazione al Piano, consultabile a pagina 30) è “relativo al patrimonio immobiliare alienabile dell’Ente in cui sono ricompresi gli immobili alienabili per un valore prudenziale spesso inferiore alla stima certificata dall’Agenzia del Territorio”.

“E’ chiarissimo a chiunque sia in buona fede, insomma, che i beni inalienabili non sono vendibili”, aveva scritto l’amministrazione ma è altrettanto chiaro, però, che la settimana appena cominciata sarà ad alta tensione.

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