C’è un’immagine che colpisce chi stamattina per vacanza, lavoro o per caso si trova al porto di Catania. Da un lato l’attracco di una grande nave da crociera, dall’altro quello della nave della marina militare spagnola ‘Reina Sofia’. Ha a bordo 841 migranti salvati in mare e un cadavere.
Sotto il sole cocente di luglio, i crocieristi lasciano la nave per fare un giro in città e le escursioni programmate tra Etna e Taormina. Quelli che restano a bordo, affacciati dai ponti della nave guardano, incuriositi, cosa succede davanti ai loro occhi. Mentre qualche passo più in là i volontari, i medici, le forze di polizia sono impegnati nelle procedure di accoglienza e di identificazione dei migranti.
Ad uno ad uno scendono dalla nave: è sempre la stessa scena che da quando è iniziata l’emergenza migranti si ripete. Prima le donne e i bambini, poi gli uomini. In fila per essere controllati e smistati sugli autobus che li porteranno in strutture di accoglienza.
Intanto, nel Canale di sicilia, si è consumata l’ennesima tragedia del mare: 22 migranti di cui 21 giovani donne e un uomo sono morti per soffocamento a bordo di un gommone. La scoperta è stata fatta da nave Aquarius di Sos Mediterranee, al largo della Libia. La vicenda viene raccontata da Medici senza frontiere, il cui personale è intervenuto ieri sera sul natante alla deriva dove gli immigrati erano stati stipati dai trafficanti.
Complessivamente erano 225 su quel gommone che non poteva assolutamente ospitare tanta gente: 203 sono stati salvati.
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