Ci sono la fede, che serve a superare i momenti di difficoltà, e l’esempio di Sant’Agata nel messaggio che l’arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina, ha rivolto ai catanesi in occasione della tappa del fercolo in piazza Stesicoro.
L’arcivescovo ricordando che la processione, proprio in questa fase, attraversa i luoghi del martirio della Patrona di Catania, si rivolge ai devoti: “Sant’Agata stessa sembra rispondere alla nostra manifestazione di affetto dicendoci “A te che lotti, a te che speri, a te che soffri, voglio solo dire non smettere di sperare, non smettere di amare, non smettere di pregare perché, io, sono con te, prego con te, soffro con te, ed otterrò da Dio secondo le tua necessità”.
Il prelato ha quindi ricordato il coraggio di Agata che “davanti alla tracotanza del potente di turno”, cioè Quinziano, “proclamò che la massima libertà e nobiltà sta nel dimostrare di essere servi di Cristo”.
“Anche noi siamo servi di Cristo – ha detto Gristina – non perché viviamo nei riguardi del Signore un senso di subordinazione, sottomissione o vassallaggio, ma perché, come il servo buono riconosce che è un altro Colui che da senso alla vita ed orienta le proprie azioni. Non dobbiamo pensare alla nostra identità di servi del Signore con il significato dispregiativo che questo termine può avere, perché il Signore ci vuole – e qui sta il paradosso della fede – servi liberi e disponibili”.
L’arcivescovo di Catania ha quindi fatto appello ad imitare Agata: “Significa esattamente carpire il suo segreto, il suo modo di vivere il rapporto con il Signore. Se non riusciamo in questo saremo sempre uomini o donne “di mezza misura”, con una fede tiepida, che non soddisfa, e che ci rende, fiacchi, demotivati o addirittura, inconcludenti. Possiamo pure essere persone che frequentano la Chiesa, ma non riusciremo mai a diffondere l’Evangelo di Gesù. E l’Evangelo di Gesù è quello che ha accolto e testimoniato Agata, quello caratterizzato dal riconoscimento e dall’accoglienza del fratello, dalla misericordia, dalla pratica della giustizia. Ecco perché noi a distanza di tanti secoli ricordiamo ancora Agata e la vogliamo compagna nel nostro cammino”.
Monsignor Gristina afferma che “certamente Sant’Agata gradisce la nostra ammirazione e il nostro applauso e se sappiamo ascoltarla, lei dice a ciascuno di noi: sii pure tu coraggioso; scegli Cristo, seguilo, cerca ogni giorno di vivere secondo l’esempio di Gesù. Diventerai veramente libero, sarai veramente nobile, con quella nobiltà che nasce dall’onestà, dalla correttezza personale, dal compimento dei doveri civili ed ecclesiali. Libero e nobile sarai veramente buono verso gli altri, accogliente verso tutti, vincendo l’egoismo ed ogni chiusura”.
Dopo il messaggio, la salita dei Cappuccini, uno dei momenti più spettacolari della processione del giro esterno.
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