C’era una volta il posto di polizia negli ospedali della città.

A turno per l’intera giornata, un poliziotto presidiava il pronto soccorso, raccoglieva elementi utili alle indagini in casi di persone ferite con colpi d’arma da fuoco e in ogni caso serviva da deterrente per squilibrati, ubriaconi e personaggi ‘sui generis’ che spesso affollano l’astanteria dei nosocomi, intervenendo anche nelle aggressioni che i medici subiscono.

Un paio di anni fa fu il questore Domenico Pinzello, in piena campagna contro le spese di troppo, a restringere l’orario del posto di polizia dalle 8 alle 20 e non più per tutta l’intera giornata, che comunque resta chiuso per i festivi e le domeniche.

Oggi di fatto al Garibaldi e Cannizzaro c’è un solo poliziotto che si limita a osservare il servizio per sei ore e non per 12: l’altro agente che faceva coppia nel frattempo ha guadagnato la pensione e non è stato mai sostituito, al Vittorio Emanuele i poliziotti sono due, ma tra ferie e recuperi il posto di polizia sta più chiuso che aperto.

I fatti accaduti un paio di giorni, le aggressioni alla dottoressa Angela Strazzeri, dirigente medico del Vittorio Emanuele che si era rifiutata di modificare un referto medico inducono alla riflessione. Il questore di Catania Marcello Cardona condanna in fatto ritenendolo molto grave e offre alcune precisazioni.

“Il fatto successo è certamente gravissimo – ha spiegato –ma va precisato che il posto di polizia c’è stato e c’è e che ha prevalentemente una funzione amministrativa. A Catania sono state certamente migliorate alcune situazioni con l’inserimento della tecnologia: Catania è la prima città in cui vi è un collegamento diretto tra l’ospedale e la sala operativa. E Catania è la prima città in cui i referti dei medici ospedalieri vengono inoltrati in tempo reale ai medici della polizia per avviare le opportune indagini. Certo qualcosa è possibile migliorare e verrà fatto”.

Quando fu deciso di ridurre il tempo di azione del posto di polizia insorsero i sindacati di polizia. A distanza di tempo non hanno cambiato granché idea. Peppe Coco, segretario del Sap, il sindaco autonomo di polizia.

Questo è il prezzo che paghiamo dalla rottamazione della sicurezza italiana. In Italia ci sono 45 mila uomini in meno nella polizia, 200 unità solo a Catania. Ecco perché non è possibile garantire tutti i servi: le scelte sono imposte dai numeri”.

Sui fatti accaduti ai Garibaldi la polizia ha avviato un’indagine.

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