La Sicilia, terra di destinazione del South Working, pensa di incentivare i proprio giovani a restare o a tornare lavorando da qui per le loro aziende.

E’ solo uno degli strumenti che si vuole mettere in campo contro la fuga dei cervelli e per sposare una tendenza che negli anni post Covid è emersa in maniera chiara.

L’annuncio del Presidente Schifani

Ad annunciare che la Regione ha allo studio un provvedimento in tal senso è stato il Presidente della Regione Renato Schifani durante una intervista pubblica sul palco di Etna Forum a Ragalna. Un palco che non gli è servito solo per parlare di politica, ma anche di azione amministrativa concreta come termovalorizzatori e crisi idrica, ma anche di lavoro e giovani.

“Una delle misure che stiamo studiando è quella di prevedere, per esempio, degli incentivi a quelle aziende, che non sono del Mezzogiorno d’Italia, che comunque consentano ai nostri giovani, assunti da quelle aziende, di poter lavorare dalla propria città, dalla propria sede di residenza, per quei tipi di lavoro che lo consentano”.

Questo consentirebbe di realizzare un rientro di cervelli in fuga ed una frenata di quelli che sono in partenza “La stiamo studiando questa misura che concettualmente mi piace molto ma dobbiamo vedere la compatibilità con le regole europee ma io ci credo”.

Il retaggio del covid

“Oggi con le attuali tecnologie si può fare” dice Schifani. “Il covid ci ha lasciato tante cose negative ma ha anche smarcato la possibilità del lavoro a distanza. Ormai tanti consigli di amministrazione si svolgono a distanza. Anche tante call con i Ministri e con le altre istituzioni noi stesse li svolgiamo a distanza”.

“Naturalmente è solo l’inizio di un percorso ma è una opportunità che non voglio lasciare sfuggire”

Gli incentivi alle assunzioni non utilizzati

Ma Schifani denuncia anche che negli ultimi due anni ben 100 milioni (50 nel 2023 e 50 nel 2024) destinati agli incentivi per le assunzioni, non sono stati attivati. La Sicilia li ha appostati ma “La burocrazia non è riuscita a sintonizzarsi con l’Europa. E’ un vero peccato. Quei soldi sono andati in economia di bilancio ma per il 2026 abbiamo appostati altri 50 milioni che potremmo, a questo punti, dirottare su questa e altre misure mentre quelli del 2025 pensiamo din dirottarli ad altri provvedimenti più immediati sempre nel mondo del lavoro