Sindaco Petta: “Se confermata riverenza, assoluta condanna”

Il sindaco di San Michele di Ganzaria, Gianluca Petta, ‘condanna’ i fatti avvenuti durante la processione del Venerdì Santo con l’omaggio sotto casa del boss Francesco ‘Ciccio’ La Rocca.

“E’ doveroso un chiarimento su quanto accaduto nel corso della tradizionale, quanto sentita, processione religiosa del Venerdì Santo a San Michele di Ganzaria. Non vi è stato nessun accordo tra la Parrocchia ed il Comune sul percorso, bensì invitato ad un incontro dal Parroco, unitamente al comitato festeggiamenti, al consiglio pastorale ed al C\te della locale Stazione dei Carabinieri, alla proposta (già decisa), del nuovo itinerario, da parte dell’autorità ecclesiastica locale, nonostante alcune considerazioni sulla tradizione popolare di tale evento, cercando di far riflettere sulle decisioni prese, non furono condivise da tutti, quindi ho preso atto e rispettato la volontà da parte di chi è tenuto ad organizzare tali manifestazioni religiose.

Il Comune si  è limitato, tramite la Polizia Municipale, a predisporre ordinanza relativa alla viabilità al fine di garantire il regolare svolgimento della processione.

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Sull’improvviso cambio di percorso, posso solo dire che la comunità che mi onoro di rappresentare, ha voluto celebrare la manifestazione religiosa con ancor più devozione, con tanta passione, tant’è che la processione accompagnata dai famosi “lamentatori”, è terminata molto prima rispetto agli anni precedenti, con ordine, compostezza e serietà e questa è la dimostrazione del grande senso civico di noi sammichelesi.

Quello che non posso accettare, come rappresentante delle istituzioni, è il disattendere le disposizioni che hanno autorizzato il percorso ufficiale. Il rispetto delle regole, a prescindere”.

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Tutto ciò si poteva e si doveva evitare, c’era tutto il tempo necessario, da parte di tutti, di ridiscutere ed eventualmente rivedere il percorso deciso, con tutti gli organi competenti, creando (così come mi auguro si realizzi e come ho già più volte suggerito) una confraternita ufficiale di portatori e lamentatori, che conducano la processione così come avvenuto, quindi nel rispetto della religiosità della manifestazione e nel contempo delle tradizioni popolari.

Per quanto stava accadendo, unitamente agli amministratori abbiamo deciso di abbandonare come Istituzione la processione. Per quel che concerne il possibile gesto di riverenza, voglio limitarmi a fare alcune considerazioni: premesso che al momento l’accaduto è al vaglio degli organi inquirenti. Tutte le processioni religiose sino a venerdì scorso, si sono svolte ed autorizzate con un percorso che prevedeva il passaggio al Monte Carmelo, così come in altre strade, indipendentemente da chi vi abita. La popolazione ha seguito la processione religiosa con passione, fede e devozione”.

“Mi sento in dovere di difendere la mia comunità da tanto scalpore, sia nell’ipotesi in cui venga disattesa la notizia, sia per tutti i cittadini che non sono saliti al quartiere “Carmine” e sia per coloro che sono saliti e lo hanno fatto per rispettare le tradizioni locali, ignari di tutto”.

Allo stesso tempo, nell’ipotesi in cui venga confermato un probabile gesto di riverenza, difendo coloro i quali insieme a me si dissociano e capiscono la gravità di quanto accaduto e condanno, chi eventualmente ha organizzato o ha permesso il verificarsi di tale episodio, mettendo in cattiva luce la civiltà, la correttezza, l’educazione di una comunità intera dal sottoscritto all’ultimo nato.

Speculare sulla fede, la tradizione per permettere il verificarsi di simili gesti, è un atto ignobile da cui io prendo le distanze, dissociandomi a prescindere.

Ripeto ci sono delle indagini in corso che faranno chiarezza, chiedo dunque all’opinione pubblica che non si giudichi infangando un’intera comunità, ma che venga giudicato, oltre che dagli organi competenti, chi ha permesso ed eventualmente organizzato un simile gesto. Dovranno, eventualmente, questi pochi sconsiderati chiedere umilmente scusa all’intera comunità sammichelese e rispondere agli organi giudiziari”.

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