Nomi, diminuitivi e soprannomi per capi, gregari e affiliati del clan Laudani finiti dietro le sbarre con l’operazione Vicerè dei carabinieri di Catania.

Gli indagati, 103 quelli arrestati, 109 in totale quelle raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare della Dda etnea, parlano tra loro e vengono intercettati.

Ci sono tanti soprannomi in stretto dialetto siciliano e catanese. “Nuccio U Cannaleri” è Giovanni Costantino, “Scarpa pulita” è Orazio Di Grazia, “Sciarretta” è il nome con cui è chiamata la famiglia Di Mauro, “U prufissuri” è Paolo Di Mauro, “A scimmia” è Franco Guglielmino, “La strega” è Alessandro Lanzafame, “Claudio da Scecca” è Caudio Magrì.

Intercettati, quando si riferiscono ai capi-clan dei ‘mussi ri ficurinia’, stanno attenti alla scala gerarchica e utilizzano termini come ‘il grande’, ‘il piccolo’ e lo fanno per indicare il patriarca Sebastiano Laudani ‘Iano’, il nipote Giuseppe Laudani.

br-far

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