“Assistere a un allenamento della propria squadra non avrebbe potuto far insorgere nell’imputato un particolare e preoccupante stato emotivo, specie in considerazione della totale assenza di fazioni contrapposte” e inoltre “fra le ipotesi tassativamente indicate, non è assolutamente ricompreso il divieto di assistere agli allenamenti”.
Lo scrive l’avvocato Giuseppe Lipera nel ricorso presentato in Cassazione contro la sentenza con cui il 21 febbraio scorso la Corte d’appello di Catania, riformando la sentenza di primo grado, ha condannato a un anno di reclusione e
a 10mila euro di multa Antonino Speziale per non avere rispettato il Daspo che gli era stato imposto dalla Questura.
L’accusa riguarda la sua presenza nell’agosto del 2010 agli allenamenti del Catania nell’impianto sportivo Torre del Grifo, in territorio di Mascalucia nonostante fosse sottoposto al divieto di partecipare o assistere a manifestazioni sportive.
Speziale è uno dei due ultras condannati in via definitiva a sei anni di reclusione per l’omicidio preterintenzionale
dell’ispettore capo della Polizia di Stato Filippo Raciti durante gli scontri tra ultras del Catania e forze dell’ordine
il 2 febbraio 2007 nello stadio Angelo Massimino mentre si giocava il derby con il Palermo. L’avvocato Lipera nel ricorso in Cassazione, definisce la sentenza “errata di fatto e in diritto”.
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