Rosso malpelo, scriveva da queste parti Giovanni Verga. Ed un rosso, nel senso di pel di carota, a stuzzicare il ministro Maria Elena Boschi durante il dibattito con gli allievi della Scuola Superiore di Catania a cui l’esponente del governo ha partecipato presentato la riforma costituzionale.

Il rosso è Samuel Boscarello, studente di Scienze politiche, che ha preso la parola dopo l’intervento del ministro, discutendo ‘non del merito ma del ‘metodo’ che è stato seguito per arrivare alla riforma.

Lo studente premette che “non si tratta di una legge qualsiasi, ma della Costituzione”  e ci si è arrivati  “a colpi di maggioranza” e che all’ultima votazione “le minoranze non hanno nemmeno partecipato”.

Secondo l’allievo “l’atteggiamo divisivo è stato adottato dal governo stesso” e poi chiede: “Questa Riforma è così vicina alla volontà che ispirò i padri costituenti? Se De Gasperi avesse ragionato allo stesso modo degli autori di questa riforma sarebbe stata lo stesse capolavoro di democrazia che è oggi?”

Boschi non si scompone e ribatte con calma serafica. “Ho giurato su questi valori e lungi da me metterli in discussione”.

Il ministro spiega che nella Carta vanno distinte due parti: “Quella che individua i valori del nostro stare insieme come comunità, come ci hanno lasciato i nostri padri e madri costituenti, che noi non mettiamo in discussione. Quella parte non si tocca e non subirà modifiche”.

Boschi spiega anche che “c’è però una seconda parte che contiene l’organizzazione dello Stato: sia da un punto di vista legislativo che da quello del governo del territorio. E queste come sapere si possono modificare tramite l’articolo 138 lasciatoci dai padri costituenti che sono stati lungimiranti. Loro ci hanno lasciato delle regole“.

“Queste ultime – ha continuato il ministro – indicano che basta la maggioranza assoluta dei voti in parlamento. Dunque, chi ama la costituzione la deve amare. Tutta, non solo le parti che piacciono di più. Questa riforma e’ passata con una maggioranza che andata ben oltre quella assoluta. Ricordo poi che il ‘problema dei numeri’ e’ superato dal referendum confermativo, ovvero, saranno i cittadini a decidere“.

Lasciando la sala il Ministro non si ferma con i giornalisti e si sottrae alle domande come dimostra il video Facebook di Andre Tuttoilmondo. Parlerà solo dopo la fine dell’incontro a Palazzo Platamone.

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