Passione, professionalità e rispetto verso il mestiere dell’attore: questi i sentimenti che stanno alla base di Teatroimpulso, la realtà catanese che ha saputo conquistarsi l’affetto di tanti amanti del teatro e il rispetto di chi crede nell’importanza della formazione dell’attore. Vivere le circostanze immaginarie sarà nuovamente possibile da fine ottobre, quando cioè inizieranno i nuovi corsi per aspiranti attori: lo start è previsto per il 24 ottobre, mentre venerdì 20 sarà l’ultimo giorno utile per iscriversi). Teatroimpulso produce i suoi spettacoli esclusivamente con allievi formati nella propria scuola, in modo tale che ogni attore abbia gli stessi strumenti e la stessa –interfaccia- per connettersi con i partners di scena. È il regista catanese Mario Guarneri – il vero cuore pulsante della compagnia teatrale insieme alla moglie Nunzia Pruiti – ad occuparsi da 26 anni di pedagogia dell’attore.
“È difficile fare uno spettacolo buono semplicemente accostando dei bravi attori – dice a tal proposito – Con i tempi stretti di produzione degli spettacoli non si riesce a costruire, da singoli individui, un organismo vivente. È per questo che dall’inizio della mia carriera ho dedicato molto tempo a cercare di creare con gli attori quella vita extra ordinaria della realtà scenica. La nostra è una visione olistica: il tutto è più della somma delle singole parti”.
Mario Guarneri opera presso il teatro Teatroimpulso che si trova al centro storico di Catania, in via Giovanni Gentile 29, una struttura creata appositamente per ospitare corsi di formazione sia teatrale che cinematografica ed anche spettacoli teatrali.
La scuola di Teatroimpulso orienta i suoi allievi verso un fine comune, quello dell’organicità e della spontaneità dell’attore per far si che anche il più epico dei testi non risuoni di falsità.
Il maestro Guarneri cerca di combattere la meccanicità affermando che: “senza l’impulso, la tecnica dell’attore è solo virtuosismo. Mai smettere di cercare, è questo ciò che provo a trasferire ai miei allievi. Tutti vorremmo la soluzione, sapere cosa fare, ma in realtà è il processo la cosa importante, il risultato è un punto fermo, morto. Quando si arriva a qualcosa che funziona, in quel momento si deve avere il coraggio di abbandonarla e non rifugiarsi dietro a quel traguardo. Noi cerchiamo sempre di avere tutto sotto controllo di gestire il risultato ma, se sappiamo già come lo faremo, perché farlo? È lasciando accadere che abbiamo accesso alla nostra creatività alla nostra ispirazione. Il testo è come gli argini di un fiume, non possiamo controllare lo scorrere dell’acqua ma, fronteggiando corrente e ostacoli con la nostra barchetta, dobbiamo cercare di arrivare al mare”.
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