Avevano brutte intenzioni i sicari che ieri sera hanno stretto il cerchio attorno a Sebastiano Musumeci, 40 anni, piccoli e vecchi precedenti penali per furto e spaccio.

Certamente, rilevano gli investigatori della polizia, non volevano solo spaventarlo tanto che hanno mirato ad altezza uomo al torace, lo hanno colpito al torace sfiorando di pochissimo il cuore. Musumeci insomma è vivo per miracolo.

Ma la notizia purtroppo è un’altra: ieri sera nel far west del quartiere San Cristoforo, in via Di Giacomo solo per pochissimo non si è consumato un altro drammatico episodio.

I sicari con le armi in pugno hanno sparato a ripetizione ed hanno colpito alla gamba un ragazzino di 15 anni che si trovava al posto sbagliato al momento sbagliato. Stava insomma per accadere un caso molto simile a quello che ha riguardato Nino Querulo accecato da una pallottola vagante durante una sparatoria avvenuta nel mese di aprile del 1998.

Gli investigatori della squadra mobile battono due piste per fare luce sul ferimento di Musumeci. Il movente potrebbe essere legato a questioni personali al momento misteriose oppure ad una punizione per uno sgarro maturato nell’ambito della criminalità comune.

Stamattina intanto il quartiere si è risvegliato con la solita omertà che contraddistingue la catania popolare. Nessuno ha visto alcunché, nessuno ha sentito nulla. Chiedere della sparatoria un tabù, con gli investigatori della polizia intenti a scavare nella vita privata di Musumeci per trovare un appiglio e potere tentare di capire chi voleva morto Musumeci e per quale ragione.

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