Aveva contatti con Anis Amri (nella foto), il responsabile della strage al mercatino di Natale a Berlino, bloccato e ucciso dalla polizia a Sesto San Giovanni il 23 dicembre scorso. E’ per questo e per le sue relazioni con altri integralisti islamici che un cittadino tunisino irregolare, abitante nella provincia di Catania, Sayed Yacoubi, di 36 anni, è stato espulso dall’Italia per motivi di pericolosità sociale.

Il suo, fa sapere il Viminale, è il 42simo rimpatrio dall’inizio dell’anno; un dato che fa salire a 174 i soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso espulsi con accompagnamento nel paese di provenienza dal gennaio 2015 ad oggi. Non solo: con il suo rimpatrio viene ulteriormente smantellata la rete dell’attentatore di Berlino in Italia. Con lui salgono infatti a sette, in gran parte tunisini, i soggetti cacciati dal nostro Paese che hanno avuto contatti con Amri. Al responsabile della strage al mercatino di Natale,quando aveva lasciato il Centro di identificazione ed espulsione di Caltanissetta, l’ultimo degli espulsi aveva fornito una sua utenza telefonica, utilizzata da Amri nell’estate del 2015.

I contatti tra i due erano proseguiti anche quando Amri aveva lasciato la Sicilia per trasferirsi prima a Latina e poi in Germania. Ma la capillare analisi del traffico telefonico sulle utenze intestate a Yacoubi, ha fatto scoprire che il tunisino era in rapporto anche con altri soggetti di orientamento radicale. Come due connazionali, a loro volta amici di Amri: ad uno di loro, indicato come attestato su posizioni integraliste e che ora vive a Berlino, a gennaio la Digos di Catania aveva perquisito l’abitazione; l’altro, Ben Brahim Tarak, è stato invece espulso dal territorio nazionale nel luglio 2015, per diversi precedenti penali in materia di stupefacenti e perché durante la perquisizione nel suo domicilio era stato trovato un manoscritto contenente versi estrapolati dal Corano inneggianti all’ ortodossia islamica. Sempre analizzando il suo traffico telefonico, è stato scoperto che il 30 aprile Yacoubi aveva lasciato all’improvviso il casolare nell’entroterra di Belpasso (Catania), dove viveva svolgendo saltuari lavori agricoli, per raggiungere in Francia una connazionale che gli avrebbe dovuto fornire le risorse economiche per attraversare il confine clandestinamente. Rintracciato lo scorso 2 maggio a Torino e trattenuto nel Centro permanente per rimpatri Brunelleschi, è stato alla fine rimpatriato in Tunisia con un volo decollato dall’aeroporto di Caselle.