E’ stata una violenta rissa in una comunità di accoglienza di Giarre ad attirare l’attenzione dei carabinieri che in due anni d’indagine hanno scoperto atti di corruzione, oltre a ripetuti maltrattamenti.

E’ la genesi dell’operazione Camaleonte che stamani ha portato all’esecuzione dei tre ordinanze cautelari nei confronti di altrettante persone.

Secondo quanto scoperto dai militari i migranti minori non accompagnati che arrivavano a Catania venivano assegnati alle case alloggio di Mascali , Giarre e San’Alfio e lì dentro venivano chiamati “porci”, “zingari”, maltrattati e in alcuni casi non curati perché i farmaci ‘non generici’ costavano troppo.

I carabinieri della compagnia di Giarre hanno scoperto che Giovanni e Mario Pellizzeri, padre e figlio, finiti ai domiciliari, rappresentanti legali di due cooperative la “Esperanza” e la “Ambiente benessere” avrebbero allungato mazzette ad un dipendente dell’assessorato alle politiche sociali del Comune di Catania che in cambio dirottava nei sei centri migranti minori gestiti in regime di emergenza.

L’uomo è solo indagato perché già in pensione. Scoperti anche diversi casi di maltrattamenti perché i dipendenti delle coop trattavano male i migranti, li costringevano a fare decine di chilometri a piedi per raggiungere la scuola.

Le due cooperativa che gestivano sei centri: due a Giarre, “Futuria” e “Casa delle Fanciulle”, tre a Mascali,  “Freedom”, “Acacia” e “Mazzaglia” e uno a San’Alfio, “Paoli”, avrebbero gestito poco meno di duecento minori per un introito di due milioni di euro, visto che lo Stato versa 45 euro al giorno per ogni minore.

Il Gip che ha firmato la misura cautelare ha disposto l’obbligo di dimora, ipotizzando il reato di maltrattamenti, per Isabella Vitale, gestore di fatto di uno dei centri di Mascali. Indagato per falsità ideologica e materiale anche un tecnico del comune di Sant’Alfio, accusato di avere rilasciato un parere favorevole per la concessione di una un’autorizzazione.

Gli indagati sono in tutto dieci alcuni dei quali sono dipendenti ed ex dipendenti dei comuni coinvolti nell’accoglienza.

br

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