C’erano davvero tutti e, addirittura, non sono mancate le rappresentanze di alcune tifoserie italiane. Catania e, in particolare, i tifosi del Catania hanno tributato l’ultimo saluto a Ciccio Famoso, meglio conosciuto come Ciccio Falange, capo storico della tifoseria rossazzurra e fondatore, alla fine degli anni ’70 della Falange D’Assalto, scomparso qualche giorno fa.
Una maglia rossazzurra con il numero 12 è stata posta sulla bara di Ciccio Falange: un gesto altamente simbolico che lo ha decretato, per sempre, il dodicesimo uomo in campo al vecchio Cibali prima e al Massimino poi.
C’erano davvero ai funerali celebrati nella chiesa di San Sebastiano: c’era l’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, c’era il patron o proprietario della società, Nino Pulvirenti. Ma c’erano soprattutto loro: un numero imprecisato di tifosi, venuti a rendere omaggio al loro leader indiscusso stroncato da una terribile malattia.
Dopo il funerale, il corteo funebre si è spostato in Piazza Duomo pronta per le celebrazioni agatine e i ‘fuochi del tre’. Proprio li dove Ciccio Falange ha festeggiato le promozioni del Catania in Serie A, negli anni ’80 e nel 2006.
Dopo il saluto al ‘Liotro’, il corteo si è spostato nuovamente, destinazione lo stadio Massimino: ad accogliere il feretro di Ciccio Falange, un’intera curva pronta a cantare ancora una volta il coro a lui dedicato. “Ciccio Ciccio è il capo degli ultrà”.
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