• Siracusa e Ragusa sganciate da Catania. Nascerebbe SuperCamera a 5, con Caltanissetta, Agrigento e Trapani, e con sede proprio a Trapani.
  • Confindustria, “Scelta preoccupante calata dall’alto”. Confesercenti Sicilia, “intervenga il Mise”.
  • Emendamento a firma della forzista Stefania Prestigiacomo che canta vittoria. Dietro ci sarebbe una operazione per il “risiko” dello scalo di Fontanarossa e la sua privatizzazione.
  • Sindaco di Catania, “evidenti refluenze negative”. Sindaco di Caltanissetta, “Scelta folle e scellerata”.
  • Cancelleri, “Politica svilente e campanilistica”.
  • L’Ugl di Catania: “Da politica blitz inquietante”

La decisione di “sganciare” Siracusa e Ragusa dalla Camera di Commercio del Sud Est Sicilia per lasciare autonoma Catania sta suscitando un vespaio di polemiche nell’Isola. Il provvedimento – contenuto in un emendamento al decreto “Sostegni bis” – prevede che Siracusa e Ragusa vengano accorpate in un mega ente camerale con Caltanissetta, Agrigento e Trapani, e con sede proprio a Trapani. Si tratterebbe così di una “SuperCamera” a cinque.

Confindustria, “Preoccupazione per scelta calata dall’alto”

“Grande preoccupazione per una scelta che potrà avere ricadute pesanti sulla vita delle imprese, ma che si è deciso di prendere nelle stanze chiuse della politica”. Così Confindustria Sicilia ha commentato l’emendamento.

“Le camere di commercio – afferma l’associazione degli industriali siciliani – sono espressione del mondo imprenditoriale per il quale rappresentano un reale punto di riferimento e di propulsione per uno sviluppo armonico con le vocazioni dei territori. È per questo che risulta incomprensibile che, per assecondare le richieste di due province, ossia Siracusa e Ragusa, e consentire loro di scindersi da Catania, si sia scelto di accorparne ben 5, coinvolgendo Agrigento, Caltanissetta e Trapani, distanti dalle prime due non solo geograficamente ma anche dal punto di vista economico e sociale.

Tra l’altro i numeri dell’eventuale nuova SuperCamera a cinque consegnerebbero la sede legale dell’ente a Trapani, distante 350 chilometri da Ragusa e 260 da Siracusa, scontentando di fatto tutti e cinque i territori. Facciamo appello affinché si avvii immediatamente una fase di reale e leale confronto per arrivare a una soluzione condivisa e utile per il sistema delle imprese”.

Prestigiacomo esulta, “vittoria”

L’emendamento è a firma della deputata siracusana di Forza Italia Stefania Prestigiacomo insieme ad altri tre deputati siciliani: Paolo Ficara (M5S), Nino Minardo (Lega) e Filippo Raciti (Pd), firmatari dell’ordine del giorno al decreto Milleproroghe, approvato dall’Aula di Montecitorio, per porre fine all’accorpamento di un unico ente che raggruppa le tre province della Sicilia orientale.

“Prendiamo atto di questa importante battaglia vinta e voglio ringraziare qui i colleghi Nino Minardo, Paolo Ficara, Filippo Scerra e Fausto Raciti che con me hanno sottoscritto l’emendamento, i miei colleghi tutti della commissione bilancio e i Ministri Giancarlo Giorgetti e Federico D’Incà che l’hanno resa possibile. Adesso – conclude la parlamentare azzurra – auspichiamo commissariamenti rapidi e all’altezza dei compiti affidati e mettiamo per sempre nel cassonetto delle idee non riciclabili la follia di vendere Fontanarossa”.

Il Risiko delle CamCom per l’aeroporto Fontanarossa

Sembrerebbe che dietro la secessione da Catania ci sia il “risiko” di Fontanarossa. Lo avrebbe ammesso la stessa Prestigiacomo: “È stato sventato quel disegno di “fagocitazione” di Siracusa e Ragusa, che portava con sé l’operazione scellerata della vendita dell’aeroporto, che forse di quel progetto era la ragione vera e inconfessabile. Svendere un gioiello di famiglia, con i conti in ordine e dalle immense potenzialità, per coprire buchi, consentiti nei bilanci delle Camere di Commercio dalle nefaste stagioni passate, sarebbe un rimedio peggiore del male, a non voler pensare di peggio”.

“E’ francamente condivisibile la preoccupazione del sistema delle imprese per la decisione assunta in sede parlamentare, senza alcuna condivisione preliminare con la filiera istituzionale e produttiva della Sicilia, di aver scorporato gli enti camerali di Siracusa e Ragusa da quello di Catania, un raggruppamento che aveva raggiunto un equilibrio funzionale dopo anni di difficoltà.

Un progetto – spiega il sindaco di Catania, Salvo Pogliese – , da tutti, in questi anni considerato lungimirante per la visione fondata sull’omogena proposta commerciale, storica e culturale del Sud Est della Sicilia, inspiegabilmente interrotto con evidenti refluenze negative per il tessuto delle imprese e sul fronte della governance istituzionale.

Siamo stati tra coloro che abbiamo ritenuto valida e da sostenere l’idea di un Sud Est della Sicilia che avesse una unione credibile con cui promuoversi sui mercati internazionali del turismo, del commercio nazionale ed estero e su quello della coesione sociale e culturale. Non vorremmo, cioè, che questo orientamento di unire parti tra loro lontane, non solo geograficamente come Ragusa/Siracusa con Trapani e Agrigento, mettesse in discussione il faticoso piano di promuovere una proposta unitaria del Sud Est dell’Isola, quello che una volta era il Val di Noto, un concetto sopravvissuto a distanza di secoli nell’immaginario collettivo di una larga fetta del popolo siciliano”.

Il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino ha tuonato nei giorni scorsi contro l’emendamento della deputata siracusana Stefania Prestigiacomo.

“La destra ci vuole togliere tutto anche la Camera di commercio. E’ passato in sordina con il benestare dei deputati locali di centrodestra in commissione bilancio un emendamento dell’onorevole Stefania Prestigiacomo da Siracusa eletta nelle fila di Forza Italia che ha lo scopo preciso di azzerare la camera di commercio nissena. Con un funanbolismo giuridico, l’emendamento parla di “accorpamento e ridefinizione delle circoscrizioni territoriali”. Quindi in soldoni resterebbe la camera di commercio di Catania e quella di Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Considero folle, abominevole, scellerata una scelta simile dettata soltanto da interessi di campanile”.

Cancelleri, “Politica svilente e campanilistica”

“Per quanto possa comprendere la voglia di riscatto dei territori di Siracusa e Ragusa che da tempo rivendicano di distaccarsi dalla Camera di Commercio di Catania, trovo impensabile che queste siano accorpate a quella di Caltanissetta che comprende i territori di Trapani e Agrigento senza che ci sia stato un ragionamento fatto con i territori e senza alcuna visione di insieme”, così il sottosegretario Giancarlo Cancelleri in merito all’emendamento.

“L’on. Prestigiacomo e la sua parte politica sono sempre attenti ed attivi quando c’è da denunciare difficoltà di viabilità e collegamenti da una punta all’altra dell’isola” continua “come si può chiedere al tessuto imprenditoriale trapanese di far riferimento alla Camera di Commercio di Siracusa?. È svilente vedere nella politica ancora atteggiamenti prettamente campanilistici senza considerare minimamente il quadro generale e gli effetti sul resto della Sicilia che certe scelte innescano” continua Cancelleri.

“Sono dalla parte di Roberto Gambino e di tutti gli altri sindaci che in queste ore stanno manifestando le loro perplessità insieme ai territori di Caltanissetta, Trapani e Agrigento, e mi batterò contro lo svilimento delle Camere di Commercio solo per il capriccio di chi negli anni continua solo a coltivare il proprio orticello elettorale. Sono certo che una soluzione diversa che valorizzi il territorio sud orientale senza schiacciare gli altri esista, sarò determinato a perseguirla” conclude Cancelleri.

Confesercenti, “Intervenga il Mise”

Il presidente di Confesercenti Sicilia, Vittorio Messina, ha chiesto “un intervento chiarificatore da parte del Mise sul futuro delle Camere di commercio dell’Isola”.

“Se il provvedimento dovesse diventare legge – dice Messina – si aggiungerebbero elementi di grande confusione in un contesto caratterizzato da esagerate forzature e inconcepibili ritardi. In teoria, secondo la norma, la Regione Siciliana – spiega Messina – sentite le organizzazioni imprenditoriali, dovrebbe provvedere entro il 31 dicembre 2021, anche mediante la nomina di Commissari appositamente incaricati, a riorganizzare il proprio sistema camerale”.

L’Ugl di Catania: “Da politica blitz inquietante”

Sulla vicenda dell’emendamento al cosiddetto “Decreto sostegni” approvato dal parlamento nazionale, che prevede la scissione della Camera di commercio del Sud-est Catania, Ragusa e Siracusa, interviene la Ugl di Catania con il segretario Giovanni Musumeci.

“E’ un blitz inquietante quello operato dalla politica, un vero e proprio intervento a gamba tesa su un processo di accorpamento che stava iniziando a consolidarsi dopo le difficoltà iniziali. Anche noi stessi all’origine avevamo avuto qualche perplessità soprattutto dal punto di vista organizzativo ed economico, visto che si dovevano accorpare tre enti comunque di grande importanza sul territorio, ma con il tempo abbiamo riposto fiducia in un programma a lungo periodo indispensabile per il rilancio e la valorizzazione di un’area rilevante economicamente come quella del Sud-est siciliano.

L’aver unito Catania con Ragusa, due delle aree più ricche di questo versante isolano, avrebbe portato certamente benefici a Siracusa, cosa che non crediamo possa avvenire con l’annessione della Camera iblea e di quella aretusea a Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Non vogliamo pensare – aggiunge Musumeci – che una simile manovra possa essere stata pensata per indebolire la Camera di commercio catanese soltanto nell’ambito dell’affaire per la privatizzazione dell’aeroporto “Vincenzo Bellini”, operazione che riteniamo illogica sotto tutti i punti di vista a partire dal fatto che comunque Catania detiene sempre il controllo della maggioranza, secondo i dati esposti dagli enti coinvolti.

Per un “dispetto” trasversale del genere, che a quanto pare ha creato più malumori che plauso, non si può pensare di penalizzare pesantemente la prospettiva di un ampia fetta di Sicilia che proprio nel Sud-est, unito dal punto di vista economico e culturale, puntava in un’ottica di crescita per tanti settori a cominciare da quelli del turismo e dell’agroalimentare. Crediamo ci sia ancora margine per mettere una pezza a questo pasticcio politico, ed intanto abbiamo chiesto un incontro urgente al presidente dell’ente camerale Pietro Agen – conclude il segretario territoriale della Ugl – per avere dei chiarimenti necessari alla luce di quello che sarà il domani dei lavoratori.”

 

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