Dopo l’incendio che nei giorni scorsi ha distrutto un capannone abbandonato nella zona industriale di Catania è polemica sulle condizioni in cui trova l’area a sud del capoluogo etneo.

E’ sufficiente farsi un giro tra le strade della zona industriale per comprendere come l’incendio che ha coinvolto una delle tante strutture abbandonate sia un evento ampiamente annunciato, in quanto frutto del degrado che emerge in quasi ogni angolo”, dice il segretario di Ugl Catania, Giovanni Musumeci.

Proprio il rogo dei giorni scorsi ha rallentato il lavoro in alcune aziende: “La Pfizer – dice il sindacalista – ha dovuto sospendere la produzione per due giorni, con un danno non indifferente per le casse di un’azienda ed il conseguente riflesso negativo per i lavoratori che già non vivono una situazione tranquilla”.

La situazione è complessa anche nella gestione delle emergenze, secondo l’Ugl, i vigili del fuoco, chiamati a spegnere le fiamme nel capannone abbandonato, per reperire il necessario quantitativo di acqua, senza la presenza della rete idrica di emergenza, “sono stati costretti a chiedere aiuto ai privati!”

“Quello che temiamo di più è che, finita la fase di allarme, la zona industriale torni a cadere nel dimenticatoio o essere oggetto delle solite promesse politiche – tuona Musumeci -. Il tempo è scaduto, riteniamo che da oggi in poi debba partire una mobilitazione generale capace di coinvolgere imprese, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali, per chiedere alla politica locale e regionale di non perdere più tempo ed avviare tutti quegli interventi urgenti a partire da quelli più elementari come la pulizia straordinaria e la scerbatura delle strade, come la vigilanza ed il controllo sui terreni abbandonati ed incolti”.

Per il sindacato l’area produttiva di Catania “è un problema a partire dall’evidente mancanza di sicurezza che sta mettendo a rischio le aziende ed i lavoratori. Proprio per questo non può più essere ignorato da chi è preposto alla soluzione delle problematiche”.

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