Nell’hinterland della città di Napoli, il 21 luglio, vengono assassinati dalla camorra Fabio De Pandi, un ragazzino di soli 11 anni, Antonio Brandi, giovane diciannovenne incensurato, Angelo Riccardo, un muratore incensurato di appena 21 anni. Era il 1991 quando una pallottola vagante stroncò la vita di Fabio De Pandi. Fabio stava salendo in auto ed era in compagnia dei suoi genitori. Uccidere un ragazzo così giovane è senz’altro un gesto che suscita sdegno e orrore. Una creatura innocente e inerme viene strappata alla vita, la società civile non può e non deve dimenticare. Infatti, nel 2017 il cardinale Paolo Lojudice, in occasione di una veglia funebre a Santa Maria in Trastevere per le bambine rom uccise nell’incendio del camper, nella sua omelia, affermò proprio che ”Uccidere anche un solo bambino è uccidere la società, il futuro, noi stessi!”.

Nel 1995 Antonio Brandi venne ucciso nei pressi della zona di Qualiano. Brandi stava svolgendo il servizio di leva a Firenze ed aveva preso una licenza per trascorrere alcuni giorni con i suoi genitori a Secondigliano. Dalle indagini effettuate risultarono due ipotesi alla base dell’omicidio: la prima legata ad un comportamento estremamente offensivo del giovane nei confronti delle organizzazioni criminose in lotta tra di loro, mentre la seconda era collegata al fatto che Antonio si trovò ad assistere ad un episodio relativo all’attività dei clan diventando un testimone da eliminare.

Dobbiamo costatare che malgrado i tanti successi dello Stato nei confronti della camorra, Qualiano risulta essere oggi il territorio in cui, secondo il report della Direzione Investigativa Antimafia del 2022, ancora si registra la forte presenza, tra gli altri del clan Mallardo.

Angelo Riccardo venne assassinato nel 1991 a San Cipriano D’Aversa, mentre era in auto con degli amici, diretto ad una funzione religiosa. Dalle analisi effettuate si legò l’assassinio ad uno scambio di persona: l’agguato era destinato a un’altra vettura con a bordo dei pregiudicati. L’omicidio fu l’occasione che condusse molti preti della zona a denunciare i soprusi della camorra, tra i quali don Peppe Diana. Oggi nel territorio si avverte la presenza, secondo il report della DIA del 2022, in molti aspetti economici del gruppo dei Zagaria, vicino al clan dei Casalesi.

 

 

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare la memoria di Fabio, Antonio e Angelo sui propri canali social. Un’altra pagina di orrore nel libro di storia dell’umanità; proprio per tale ragione, il diritto deve essere insegnato in ogni scuola, ovviamente in concomitanza con la già presente Educazione civica, disciplina da rimodulare e strutturare diversamente, in modo da essere più incisiva nella crescita delle future generazioni.

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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