“31 marzo- Giornata della Visibilità Trans*
   
L’essere senza fissa dimora è un problema di invisibilizzazione queer.
   
La subalternità materiale ed economica non è un fenomeno di sfortuna, merito o colpa ma un progetto di organizzazione sociale, classista e marginalizzante.
 
In un contesto di deregolamentazione abitativa e di politiche discriminatorie sulla residenza e sulla iscrizione anagrafica sono le identità già marginalizzate a soffrire di più l’accesso al mercato abitativo.
Ma ABITARE- come espressione del diritto all’esistenza- significa essere visibili, occupare spazi sicuri, sfuggire da situazioni di violenza domestica, sottrarsi al rischio di essere buttatə fuori di casa.
 
Abitare, e soprattutto abitare bene -lontanə da situazioni di degrado, sfruttamento e violenza-, è anche una risposta preventiva agli alti tassi di disagio psichico, malessere e alienazione.
   
Occupare è la risposta ad una mancanza di welfare, ma anche una pratica queer.
 
Per questo oggi il nostro reminder verso la politica istituzionale sui portoni di anagrafe, assessorato alle politiche sociali, assessorato all’emergenza abitativa, assessorato alla salute:

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