In duemila in marcia per le vie di Cefalù per chiedere la pace e impegnarsi attivamente a costruirla. Domenica gli uomini e le donne dell’Ordine Francescano Secolare di Sicilia, insieme con i giovani e i ragazzi della gioventù francescana, per lo più siciliani ma con presenze che arrivavano anche da altre regioni, frati e suore hanno dato vita al momento più prorompente del Meeting francescano del Mediterraneo. Con loro in corteo le istituzioni, gli enti, i rappresentanti della società civile, politica, militare, ma anche tanti che, saputo dell’iniziativa, hanno voluto partecipare da ogni parte di Sicilia e diversi turisti stranieri che si trovavano a Cefalù e hanno aderito.
Quattromila piedi e un solo cuore hanno marciato, cantato, pregato e, alla fine, nel pomeriggio, ai piedi dell’altare del Duomo di Cefalù, sotto lo sguardo del Cristo Pantocratore, hanno ricevuto mandato per essere personalmente “artigiani di pace”.
Dopo la marcia, la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo mons. Giuseppe Marciante è stata l’ultimo atto del Meeting Francescano del Mediterraneo. “Vi chiedo di fissare il Volto del Cristo Pantocratore – ha detto il vescovo -, portatelo con voi lungo la vostra itineranza, lungo il vostro viaggio. Gesù vi accompagnerà sempre e non mancherà mai agli appuntamenti importanti della vostra esistenza. Ad ognuno di voi dico: ‘Strada facendo ti accorgerai che non sei solo, il Signore cammina con te. Man mano che annunciamo il Vangelo, altri si aggiungono’. Attorno agli annunciatori del Vangelo si formerà un popolo numeroso, come quello che oggi abita questa Cattedrale”.
Per tre giorni (dal 10 al 12 maggio), i partecipanti al meeting sono stati impegnati in una serie di attività che hanno mirato alla riflessione comune, al confronto, al dibattito per la costruzione della “terra che vogliamo”, della “terra che speriamo”. “Abbiamo cercato di leggere il presente e condividere sguardi ed esperienze per costruire un progetto, che – dice Carmelo Vitello, ministro regionale dell’OFS Sicilia – ci renda responsabili di azioni, protagonisti di futuro. Così abbiamo declinato la pace nella prospettiva di un’economia giusta, non solo sostenibile, ma sostegno, di un mondo solidale e di un’umanità libera, l’abbiamo vista nel rispetto del creato, perché – aggiunge – il gesto della cura di ogni creatura è antidoto alla violenza. Trasformare le spade in vomeri, come ha detto Papa Francesco in una recente esortazione, significa anche fare dell’intelligenza artificiale strumento per migliorare l’agricoltura, l’istruzione, la qualità della vita, non la potenza distruttiva delle armi”.
La marcia della pace è stata l’atto più travolgente dell’appuntamento, ma il cuore è stato l’incontro con il Custode di Terra Santa, fra Francesco Patton, il quale ha raccontato la guerra ora, sollecitato dalle domande della giornalista premiata Giornalista della Pace 2023, Lidia Tilotta, dal punto di vista sociale, politico, in qualche modo internazionale e, poi, in una prospettiva più intima e confidenziale, anche gli orrori della guerra. Il mattino dopo le testimonianze di chi la guerra la fotografa e chi l’ha vissuta. Perché “guardare in faccia la guerra è forse in modo migliore per ricordare l’urgenza della pace”.
Ancora Carmelo Vitello: “Il rifiuto della logica dell’opposizione amico e nemico, dell’economia della guerra, degli investimenti in armamenti, è un messaggio radicale e semplicissimo iscritto nell’anima e nella storia del movimento francescano, radicale e semplice quanto l’opzione per la povertà. L’azione di francescani secolari come Robert Schuman e Giorgio La Pira è la guida e l’esempio per noi francescani di oggi su questa via”. Da qui l’impegno, che diventato poi un vero e proprio mandato al popolo francescano che abita l’Isola. “Abbiamo assunto l’impegno che ogni fraternità francescana sia una piccola officina di artigiani di pace – spiega il ministro regionale Ofs -, che porti un messaggio di pace nelle proprie comunità locali, che sia seme della cultura della pace, che incoraggi la partecipazione attiva di ciascuno nelle scelte di pace, economiche, politiche, etiche, individuando in noi e attorno a noi i germi della contrapposizione e della violenza, vincendoli con la buona notizia della paternità misericordiosa di Dio, che ci rende Fratelli”.
I numeri, l’urgenza dei temi proposti, il rilievo degli ospiti dell’incontro hanno fatto del Meeting un evento civile e sociale di un certo livello che ha coinvolto pienamente anche l’amministrazione cittadina. “Esprimo grande soddisfazione per come è stata organizzata e gestita la manifestazione” afferma il sindaco di Cefalù, Daniele Tumminello, per il quale “il Meeting ha dato l’opportunità di confrontarsi con ospiti di caratura internazionale, come fra Francesco Patton, che ci hanno messo davanti ai grandi temi del nostro tempo, primo fra tutti quello delle guerre. Siamo felici che sia stata scelta la Città di Cefalù, proprio perché da qui può partire un messaggio di pace e di alimentazione delle coscienze all’insegna dell’incontro. La manifestazione è stata infatti il perfetto connubio fra l’esperienza prettamente religiosa e un messaggio francescano che parla anche alla società civile e alla necessità di un impegno comune. La sinergia che si è creata tra gli organizzatori, la Curia e l’Amministrazione comunale – aggiunge – è il segno di una fratellanza finalizzata a tracciare un solco e che mi auguro possa continuare e ripetersi”.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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