I recenti fatti di cronaca che vedono tristemente donne uccise per mano di uomini, insieme ai numeri impietosi di reati sempre ai danni delle donne, ci riportano all’urgente necessità di attuare politiche efficaci per il contrasto e la prevenzione della violenza contro le donne e delle discriminazioni di genere.

Secondo l’ultimo rapporto del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, nel 2023 sono state 120 le donne vittime di omicidio. Di queste, 97 sono state uccise in ambito familiare o affettivo e 68 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner.

In Sicilia nel 2023 le donne vittime di femminicidio sono state 13 e dal 1 Gennaio di questo anno sono già 4.

A tal proposito ho presentato un disegno di legge che intende istituire, presso l’Assessorato della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, un Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne, assegnando allo stesso il compito istituzionale di realizzare un costante monitoraggio del fenomeno della violenza di genere, attraverso la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati forniti dai Centri antiviolenza presenti sul territorio, dai servizi territoriali e da altri soggetti pubblici e privati coinvolti nella rete antiviolenza.

L’Osservatorio regionale, composto da soggetti con comprovata esperienza nel settore, si occuperà di studiare a fondo i fenomeni della discriminazione di genere e della violenza contro le donne, contribuendo altresì alla predisposizione di politiche innovative ed efficaci per la prevenzione ed il contrasto degli stessi.

Pertanto, attraverso l’attività di monitoraggio, analisi ed elaborazione di progetti e proposte, potrà diventare il luogo di eccellenza per lo studio dei fenomeni discriminatori e violenti contro le donne e contribuire così, da un lato, all’implementazione delle politiche pubbliche e, dall’altro, alla realizzazione di un cambiamento culturale profondo, sino al definitivo sradicamento della cultura del predominio maschile sulla donna.

          Così in una nota le parole del deputato questore all’Ars on. Vincenzo Figuccia


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