“Dopo anni di lotte e trattative finalmente siamo giunti ad un primo risultato con la sottoscrizione definitiva del contratto collettivo regionale per il 2019/2021. Un traguardo che mi soddisfa e in cui mi sono impegnato personalmente, ma che dopo tanto lavoro lascia ancora l’amaro in bocca se penso che il comparto della nostra amministrazione regionale rimane, dal punto di vista retributivo e del welfare, il fanalino di coda fra tutte le pubbliche amministrazioni d’Italia”. Lo ha detto il vice-presidente del gruppo parlamentare siciliano Pd, Mario Giambona, dopo il rinnovo del contratto collettivo regionale di lavoro 2019/2021 del comparto non dirigenziale, degli enti e delle società collegate alla Regione siciliana.
“Questa situazione è colpa dei ritardi delle azioni volte al rinnovo dei contratti collettivi regionali – continua -. Come Pd non ci fermeremo perché adesso occorre procedere speditamente al rinnovo del contratto collettivo 2022/2024 ed annullare così ogni ritardo. Non dovrà più accadere che un comparto attenda sei anni per vedere rinnovato il proprio contratto”. Il deputato del Pd poi spiega che “non bisogna dimenticare di occuparsi anche di Aran Sicilia, ovvero l’agenzia per la rappresentanza negoziale della Regione Siciliana, che ha un ruolo chiave in questa materia” e insiste asserendo che “occorre portare avanti una vera e propria azione concreta che valorizzi assieme alle organizzazioni sindacali il personale regionale. Inoltre, bisogna portare avanti il rinnovo dei contratti della dirigenza, anche esso fermo nonostante lo stanziamento di risorse a riguardo”.
Infine, Giambona aggiunge che “solo attraverso azioni del genere sarà possibile per la macchina amministrativa regionale compiere il salto di qualità auspicato per affrontare nel migliore dei modi le sfide che riguardano la gestione del PNRR ed i fondi extra-regionali”.
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