La Federazione Medie e Piccole Imprese (FMPI), associazione datoriale che accompagna le piccole e medie imprese italiane, esprime la sua forte preoccupazione riguardo l’introduzione della “Patente a crediti”, obbligo previsto dalla Legge 56/2024 per le imprese del settore delle costruzioni. La misura, in vigore dal 1° ottobre, impone alle aziende di documentare l’aumento dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro senza prevedere un periodo di transizione adeguato.
«Vogliamo ribadire che l’introduzione di queste norme rappresenterà un serio ostacolo per le medie e piccole imprese, specie in mancanza di un’adeguata formazione del personale straniero e di un periodo di adeguamento alla norma. Inoltre, tra problematiche più evidenti, la decisione di escludere dalla Patente a crediti le imprese in possesso di certificazione SOA (Società Organismo di Attestazione), certificato che qualifica l’impresa sulla base dei volumi di lavoro realizzati negli anni precedenti. Allo stesso modo, riteniamo del tutto inappropriato il DURF (Documento Unico di Regolarità Fiscale), che non ha alcuna attinenza con i reali standard di sicurezza e certifica esclusivamente la regolarità fiscale delle aziende» ha affermato la Presidente Terranova.
Già nelle scorse settimane, il responsabile di FMPI del Trentino Alto Adige, Salvatore Grimaldi aveva espresso scetticismo verso l’iniziativa, definendola un “buco nell’acqua”. Oggi i timori dell’associazione si stanno concretizzando: il provvedimento punta su aspetti puramente formali, come la regolarità documentale, che non sempre riflette il reale stato di sicurezza nei cantieri.
Per questi motivi, FMPI chiede che venga rivisto l’intero impianto normativo, prestando attenzione all’inserimento di un periodo di transizione necessario e di strumenti di supporto adeguati per le piccole e medie imprese.
Lo ha ribadito anche Antonella Terranova, Presidente di FMPI: «Ancora una volta ci troviamo di fronte a un provvedimento che, invece di migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro, rischia di creare ulteriori difficoltà alle nostre imprese, soprattutto le più piccole. L’assenza di un periodo di transizione adeguata e l’esclusione delle imprese certificate SOA sono elementi che ci lasciano fortemente perplessi. Abbiamo già denunciato che la Patente a crediti rischiava di essere inefficace e ora vediamo confermati i nostri timori. Invitiamo le istituzioni a rivedere il provvedimento e a dialogare con le associazioni di categoria per trovare soluzioni accettabili per tutto il settore».
FMPI continuerà a vigilare e a rappresentare le istanze delle piccole e medie imprese, chiedendo con forza modifiche urgenti a questo provvedimento.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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