Si è svolto a Catania, presso l’Hotel Nettuno, il convegno organizzato dalle Acli Sicilia dal titolo “Quale prospettive economiche e sociali in una Sicilia che cambia?”, un momento di dibattito e confronto sul futuro dell’Isola.
Dopo i saluti di Ignazio Maugeri, presidente provinciale delle Acli Catania e di Bruno Brucchieri, assessore ai Servizi Sociali, Inclusione Sociale e Famiglia del Comune di Catania, Stefano Parisi, presidente nazionale Caf Acli, ha presentato i dati di un’indagine svolta dal Caf Acli e dall’Iref, l’Istituto di Ricerca delle Acli.
L’indagine si è basata sui redditi delle famiglie che si sono rivolte ai centri Caf Acli a livello nazionale, dal 2021, ed i dati sono riferiti ai redditi 2029/2022.
“Le famiglie prese in considerazione nell’indagine, in Sicilia, sono circa 14.000” – afferma Parisi. “Tra il 2019 e il 2022 l’inflazione complessiva è stata del 15,6% ed ha eroso il potere di acquisto delle famiglie siciliane, facendo perdere loro centinaia di euro annui”.
Confrontando la dichiarazione dei redditi del 2020 con quella del 2023, a valori equivalenti e costanti, la perdita di reddito reale è stata mediamente di circa 1.200 euro, con la sola eccezione di Trapani, dove la perdita non ha superato i 200 euro in mediana. Complessivamente nell’Isola la perdita di potere di acquisto è stata di circa 37 milioni di euro: nello specifico, le famiglie che hanno perso potere d’acquisto vanno dal 72% di Caltanissetta al 79% di Agrigento.
Per Paolo Ricotti, presidente nazionale Patronato Acli “gli strumenti di welfare sono indispensabili per capire dove si può costruire un futuro di dignità, di sviluppo e di protagonismo per i cittadini”. Rosario Cavallo, segretario nazionale Fap Acli ha sottolineato l’importanza degli anziani: “Il contributo della popolazione anziana è essenziale, sia per la famiglia che per la comunità, oltre che per l’economia.Proprio per questo motivo l’anziano va mantenuto attivo – afferma Cavallo – rendendolo quanto più utile alla società”.
Per Alfio Adornetto, vice presidente del Forum Associazioni Familiari della Sicilia: “La Sicilia deve ripartire dai giovani, che molto spesso hanno difficoltà a crearsi una famiglia perché tardano ad inserirsi nel mondo del lavoro. Questo perché al giorno d’oggi il sistema scolastico non è agganciato al mondo del lavoro”.
Durante l’incontro doveroso il riferimento all’autonomia differenziata: le Acli nazionali si sono fatte promotrici della campagna “Una firma per l’Italia libera, unita e giusta”, partita proprio lo scorso weekend, che prevede una raccolta firma per il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata che, come dichiara Agata Aiello presidente regionale Acli Sicilia, “determinerà un’aspra divisione in due del nostro Paese, aumentando così il divario tra le regioni e aggravando ulteriormente la situazione della nostra Isola, con una riduzione di risorse per servizi essenziali quali sanità e scuola, solo per citarne alcune”.
Per la presidente Aiello “l’immobilismo della nostra Terra può, anzi deve, essere contrastato da una politica più attenta che, finalmente, decida di investire sulle capacità dei più giovani, priorità del nostro Paese. Non si può parlare di futuro senza dare un ruolo da protagonisti alle nuove generazioni. Occorre che la politica – conclude Aiello – assicuri loro il diritto a restare, i giovani non possono e non devono essere costretti a lasciare il proprio Paese per realizzarsi. I giovani realizzandosi realizzano, similmente, un futuro migliore per la Sicilia”.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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