MISANO WORLD CIRCUIT – In un angolo del paddock, mentre il vincitore solleva la coppa, un ragazzo con la tuta sporca d’olio e gomma ascolta gli ultimi dati dall’ingegnere. I suoi occhi, però, non guardano il podio. Guardano oltre, verso la curva che ha appena lasciato. C’è amarezza in quello sguardo, ma nessuna ombra di resa. C’è la consapevolezza di chi, in un solo anno, ha compiuto il salto che ad altri richiede una carriera. Riccardo Orlando, al suo esordio assoluto in Formula 4 FX, è Vicecampione d’Italia. Ma i numeri, per una volta, mentono. O meglio, raccontano solo una parte della storia. La storia di un ragazzo che ha trasformato la sua stagione di debutto in un manifesto di talento, carattere e coraggio, regalando al motorsport italiano una delle sue pagine più emozionanti.

Quest’anno, mentre in Sicilia preparava l’assalto al titolo regionale di kart nei circuiti cittadini. Orlando ha compiuto il balzo nella categoria “junior” per eccellenza. E non per fare esperienza. Per vincere. E per farlo contro un monumento vivente come Salvatore Liotti, decine di titoli alle spalle. Le premesse erano da record, i risultati sono stati da capogiro: 9 podi in 12 gare, 4 vittorie (Mugello, Magione, Imola), il 100% di podi nelle gare finite. Una costanza da veterano e un’aggressività misurata che hanno fatto scrivere sui muri del paddock: “Attenzione, arriva il siciliano”.

Ma la cifra di Orlando, quella che lo ha fatto amare dai tifosi e rispettare dagli avversari, è stata la sua capacità di rimontare. Partenze non sempre perfette, griglie invertite, svantaggi da recuperare: per lui mai un problema, solo un’opportunità. Ogni gara diventava una lezione di chirurgia in pista. I suoi sorpassi non erano scatti ciechi, ma studi geometrici applicati all’asfalto: un’entrata ritardata alla Parabolica, un controsterzo controllato all’interno della Curva del Carro, una frenata millimetrica in un rettilineo. Ha superato giovani promesse e campioni navigati con la stessa fredda determinazione, risalendo posizione dopo posizione, senza mai un tocco polemico. È diventato il “Leone di Sicilia” non per la ferocia, ma per l’incedere inesorabile.

Il culmine, drammatico e splendido, è arrivato qui, a Misano. Sabato: una vittoria magistrale, conquistata con due sorpassi da antologia su Tonalini (poleman) e sullo stesso Liotti. Domenica: la resa dei conti. Partito sesto, ha imbastito l’ennesima, folgorante rimonta: quattro posizioni recuperate come se il resto del gruppo fosse fermo. Ma quel secondo e mezzo regalato a Liotti mentre lui lottava è stato un divario incolmabile. Il titolo è sfumato per un soffio, per un battito di ciglia in un intero anno di corse. Eppure, in quel secondo posto c’è più valore che in molte vittorie comode. C’è l’orgoglio di chi ha combattuto fino all’ultimo metro, di chi non si è mai arreso, neppure quando il destino gli ha giocato il tiro più crudele: un guasto meccanico in una gara chiave che gli ha strappato punti preziosi. In un campionato deciso all’ultimo giro, è stata la delusione più amara, ma anche la prova del fuoco di un carattere già granitico.

Dietro a questo fenomeno c’è una squadra, una trincea di affetti e professionalità senza la quale nemmeno il talento più puro può esprimersi. Un ringraziamento speciale va ai genitori, Paolo e Giusy, colonne portanti di questo sogno, presenti ad ogni gara con il cuore in gola e una fiducia incrollabile. Un grazie all’Alessandro Perullo e a tutta la Tecnorace per aver saputo guidare un esordiente al livello più alto. All’amico-mentore Simone Cerchia, alla macchina perfetta dei meccanici, all’ingegnere che ha trovato sempre la soluzione. E a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto: Anelli Auto, Caccamo Corse, S.AM Servizi Ambientali, Audiotecnica, Metal Sud e l’amico Giuseppe Gugliuzza di Pronta Energia, pilastro del campionato. Ai fans, agli amici, a chi ha tifato da casa. Questo vicecampionato è di tutti voi.

Quindi, no. Quella di Riccardo Orlando non è una stagione che si chiude con un “quasi”. È un’annuncio. È il primo, fragoroso ruggito di un campione che ha già le carte in regola per dominare. Ha dimostrato di avere tutto: il polso, la testa, il cuore. E mentre si appresta a coronare la sua stagione nel kart a Triscina, il futuro è già qui. Con l’esperienza maturata, con lo stesso fuoco negli occhi, con una squadra affiatata alle spalle.

Il 2025 è stato l’anno in cui un ragazzo di Sicilia ha detto al mondo del motorsport italiano: “Ci sono”. Il 2026 sarà l’anno in cui tutti dovranno fare i conti con lui. La caccia al titolo è solo rimandata. La stella di Orlando non è solo sorta. Sta già illuminando la pista.


Luogo: Palermo, via Pandora, 25

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