Palermo 3 dicembre 2025 – Nel luogo in cui è morto il 21 febbraio del 2024 l’operaio edile Mario Cirincione, qualcuno ha tolto e portato via il ritratto e lo striscione con la sua immagine e la scritta #bastamortisullavoro messi dai familiari e dalla Fillea Cgil, in occasione del primo anniversario,
Una triste scoperta per la famiglia della vittima e per il sindacato degli edili. Lo striscione e la foto erano appesi lungo il muro perimetrale che costeggia il terreno del cantiere, dove quel giorno Cirincione stava lavorando e dove perse la vita, in via Madonnina di Gibilmanna, a Campofelice di Roccella. La Fillea e i familiari rimetteranno nei prossimi giorni sul posto un nuovo striscione. La vedova, Giusi Vono, ha anche scritto al Comune chiedendo la concessione del suolo pubblico per realizzare nell’area adiacente una stele con la scritta “la sicurezza sul lavoro non sia un optional ma un diritto”, per ricordare il sacrificio del marito e il dramma delle “morti bianchi”.
“Qualcuno vorrebbe mettere una pietra sopra e passare avanti, distogliendo il ricordo. Ma per noi non è così, noi siamo fermi al 21 febbraio 2024 – afferma Giusi Vono – Passa il tempo ma non dimentichiamo. Ancora non crediamo che non tornerà più a casa. Questo gesto ci fa dire che esiste poco cultura della solidarietà nei nostri paesi. Da parte del sindaco e dell’amministrazione abbiamo ricevuto vicinanza”.
“Un atto vile e irrispettoso. Ci stringiamo al dolore della famiglia – dichiara il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – Abbiamo riproposto di mettere un altro striscione perché intendiamo continuare a dare supporto alle famiglie che vivono sulla loro pelle il dramma di una morte sul lavoro e che attendono giustizia dopo anni. Non vogliamo che queste tragedie vengano dimenticate, i nomi dei caduti devono essere ricordati. Insieme all’associazione delle vittime, da gennaio coinvolgeremo le scuole frequentate dai figli dei lavoratori morti o che furono frequentate dagli stessi lavoratori: indiremo un bando per l’assegnazione di borse di studio per gli studenti più meritevoli, intitolate alle vittime. Dalle scuole deve partire una formazione continua e puntuale su salute e sicurezza, prima di accedere al mondo del lavoro i ragazzi devono conoscere rischi e norme a tutela dei lavoratori”.
Massimo Cirincione, il fratello, non ha più parole. “Lo striscione e la foto evidentemente davano fastidio. Sono passati due anni e il dolore è uguale, Mario ci manca tutti i giorni, ci affidiamo solo alla giustizia, ai nostri avvocati, alla Fillea Cgil che ha fatto un gran lavoro – dice Massimo Cirincione – Questo è il luogo dove poter mettere anche un fiore in suo ricordo. Invece hanno tolto tutto. E intanto i morti sul lavoro continuano. Non impariamo nulla da quello che succede. Quello che mio fratello ha passato è chiaro a tutti, i colpevoli ci sono. Aspettiamo giustizia. Dopo due anni la rabbia non passa”.
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