MI CHIAMO MARIS E VENGO DAL MARE

 

di e con Chiaraluce Fiorito

Progetto drammaturgico di Melania Manzoni

 

Un racconto cronaca dalla Nigeria alle coste di Sicilia tra narrazione e riti danzati.

Maris non è un personaggio di fantasia e la sua storia non è una fiction. L’abbiamo conosciuta allo SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di un paese della Sicilia orientale e abbiamo deciso di raccontare insieme alla sua storia anche quella di molte altre donne -immigrate – schiave – vittime di tratta e di violenza di genere.

Venduta, costretta a prostituirsi rimane incinta, viene poi messa su un barcone e spedita in Italia, dove -grazie al sistema di accoglienza si salva definitivamente dallo sfruttamento. La maternità conflittuale sarà ragione della catarsi della protagonista e del diritto di salvezza della figlia.

Una storia come tante, che i nostri figli non leggeranno mai sui libri se non saremo capaci di far uscire questi e molti altri fatti dal silenzio della Storia. Invitiamo lo spettatore a mettersi nei panni dell’altro, l’immigrato, lo straniero, sospendendo il proprio punto di vista, ed è anche l’occasione per lanciare una provocazione al pubblico: “Spettatore, dai il tuo nome a questa pagina di Maris”. In scena pochi elementi essenziali e necessari al dipanarsi del racconto.

La messinscena unisce una gestualità evocativa ed ieratica del mito e della danza come rito iniziatico ad una narrazione realistica e assolutamente contemporanea.

“Il racconto è come un libro che apro al momento e lo racconto invertendo le pagine, sovrapponendo i capitoli, disegnando tratti gesti, parole intrappolate in una rete da pesca che non è mai uguale e che diventa pagine da sfogliare l’ultima delle quali è l’inizio di una nuova storia”.

Un racconto dove emerge il senso di riscatto umano e più propriamente femminile, una riscossa che si conclude con delle testimonianze attuali sulle condizioni che ancora affliggono per la loro crudezza la contemporaneità in cui viviamo e di cui il monologo si erge a portavoce del significato più intrinseco all’ odierna società e diviene baluardo del simbolo femminile di lotta per la sopravvivenza dalla guerra,dalla tratta delle schiave. Un racconto cronaca simbolico di un viaggio che possa far riflettere sul tema della libertà – uguaglianza – parità di diritti – giustizia . La regia di Chiaraluce Fiorito prende spunto dal mito, dall’archetipo della tragedia:   la guerra,il viaggio,la schiavitù,il naufragio.

                                             

 Info: chiaraluce fiorito 338.8673709 michiamomaris@gmail.com  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luogo: Auditorium C. A. Dalla Chiesa , Via Carlo Alberto, 6, SAN GREGORIO DI CATANIA, CATANIA, SICILIA

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