eri pomeriggio nel quartiere Guadagna a Palermo, in mille – provenienti da tutta la Sicilia – hanno manifestato contro la guerra nella data di mobilitazione generale della campagna “Fermare l’escalation”.

La manifestazione promossa dal movimento No Muos, dal coordinamento regionale Antudo, dal movimento No Ponte e dalle realtà antimilitariste, ecologiste e femministe palermitane, è partito alle 17.30 dal piazzale di via Oreto n.414, interrompendo il traffico cittadino del sabato pomeriggio, e ha sfilato lungo via Villagrazia, attraversando il quartiere con slogan contro la guerra e le spese militari, per denunciare il carovita, l’inflazione e i tagli alle spese sociali causati dallo scenario di escalation bellica globale. Versata vernice rossa a simboleggiare il sangue ed esposti cartelloni con foto dei bombardamenti in Palestina, Ucraina e Siria davanti alla sede della Leonardo Spa, azienda produttrice di armamenti e tecnologie militari che esporta i propri mezzi e brevetti agli eserciti di tutto il mondo. Difronte alla sede dell’Asp territoriale, esposto uno striscione per il diritto alla salute: “più servizi sanitari, meno spese militari”.

“L’Italia e l’Europa sono sempre più coinvolte nell’escalation bellica e la Sicilia ricopre sempre più un ruolo strategico/militare importante al centro del Mediterraneo: il Muos a Niscemi e le basi militari americane presenti nell’isola sono un chiaro esempio dell’utilizzo della Sicilia per fini di guerra.” affermano gli attivisti in piazza  “I conflitti in Ucraina, in Palestina, in Siria, sono alcuni degli scenari di guerra in atto in cui il governo Italiano assume un ruolo tutt’altro che di semplice osservatore.

Mentre in Italia e in Sicilia in particolare gli ospedali e le strutture sanitarie pubbliche sono al collasso, le strutture scolastiche sempre più fatiscenti, il territorio è divorato dagli incendi e lasciato all’abbandono, lo Stato italiano taglia fondi alla Sanità, alla pubblica istruzione, toglie il reddito di cittadinanza lasciando una grossa fetta di popolazione in stato di estrema povertà. Ma finanzia la spesa militare, potenzia basi esistenti e crea nuove hub militari, investe nella produzione di armi da esportare in giro per il mondo a distribuire morte e desolazione sui territori oppressi.

Chi ci guadagna allora da queste politiche scellerate e guerrafondaie?” E continuano “Lo sapevate che all’interno del nostro quartiere c’è la sede di una delle più grandi aziende produttrice di armamenti? La Leonardo Spa è una azienda a compartecipazione statale, gran parte del profitto che ricava dalla produzione di morte che esporta in tutto il mondo quindi va allo Stato Italiano.

La Leonardo s.p.a. è quello che viene definito un “obbiettivo sensibile” per il ministero della difesa italiana. In caso di guerra sarebbe uno dei più probabili bersagli dell’offensiva nemica che non esisterebbe a bombardare le sue sedi e noi ce l’abbiamo proprio sotto casa nel nostro quartiere, a fianco ad un centro commerciale che frequentato da migliaia di persone.

Il corteo è stato sorvegliato dagli agenti di polizia in tenuta anti sommossa. Per tutto il tragitto ha sorvolato sopra i manifestanti l’elicottero della polizia di Stato.

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