Palermo 18 ottobre 2023 – “Il lavoro precario, sottopagato e nero non permette continuità di versamenti contributivi. In una città e in una Regione dove il tasso di disoccupazione   si attesta intorno al 22 per cento, e dove il lavoro nero e quello sommerso la fanno da padrone, le pensioni future avranno importi sotto la soglia minima di sopravvivenza. E’ lì che va cercata una soluzione, nella dignità di un lavoro costante che dia sicurezza e prospettiva per il futuro, in investimenti nell’istruzione e in politiche attive del lavoro”, hanno dichiarato il segretario generale Spi Cgil Palermo Salvatore Ceraulo e la segretaria Spi Cgil Palermo Emanuela Bortone, negli interventi ad apertura dei lavori

   E’ lo spaccato emerso all’iniziativa “Pensioni, c’è un futuro?” organizzata dallo Spi Cgil Palermo per discutere delle ultime novità della manovra finanziaria e delineare le proposte del sindacato, in una maniera tra le più dibattute nei rapporti col governo.

   “Avremo a Palermo un esercito di pensionati con pensioni in media sotto le 500 euro che ogni mese dovrà decidere se pagare l’affitto, fare la spesa o curarsi – hanno aggiunto Ceraulo e Bortone – E a soffrire più di tutti saranno le donne. Il tasso di disoccupazione delle donne è al 49 per cento. Saranno quelle che si ritroveranno con le pensioni più basse, anche di 200 e 300 euro al mese, perché dovendosi occupare della famiglia e del lavoro di cura non riescono ad avere progressioni di carriera. Costrette a lavorare poco, perché non possono spendere tutto il loro tempo al lavoro”.

   E poi i giovani. Lo Spi Cgil Palermo ha citato il rapporto dell’osservatorio Mefop-Luiss, secondo il quale nel panorama delle preoccupazioni dei giovani l’ansia per la futura pensione supera quella legata alla perdita del lavoro o alla possibilità di acquistare una casa.

     Per quanto riguarda i giovani, l’unica via d’uscita – hanno affermato i segretari Spi Cgil Ceraulo e Bortone – è una pensione di garanzia, la cui proposta è contenuta nella piattaforma della Cgil, “che permetta di avere pensioni dignitose anche per quelle categorie che vivono di lavoro frammentato, spesso interrotto da periodi di disoccupazione”.

“Per chi è già in pensione chiediamo di ripristinare le perequazioni sulle pensioni al 100 per 100 per tutte le fasce di reddito. Pensioni legate al costo della vita, anche per i pensionati del ceto medio, che è quello che ha pagato più contributi”, proseguono Ceraulo e Bortone.

“Nel futuro che immaginiamo – hanno aggiunto i due segretari – c’è un welfare che guardi alla crescita del paese, che dia vita a nuove politiche familiari di conciliazione vita-lavoro e di assistenza a chi non è autosufficiente, per incentivare la natalità e sgravare le famiglie dal lavoro di cura. E ancora chiediamo una gestione dei flussi migratori e un’inclusione che tengano conto delle esigenze economiche e occupazionali del nostro paese. Un welfare che metta in campo riforme del mercato del lavoro con l’intento di diminuire il tasso di disoccupazione che interessa soprattutto donne e giovani del Mezzogiorno”.

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