Appena conclusa la mostra Palermo Liberty The Golden Age e in attesa della grande esposizione di settembre che vedrà impegnati tutti e 3 i livelli di Palazzo Sant’Elia con più di 300 opere d’arte moderna e contemporanea, Fondazione Sant’Elia – in coincidenza con l’avvio dei festeggiamenti del 400° Festino di Santa Rosalia – presenta la nuova edizione del programma Residenze d’Artista per il 2024/2025 frutto della collaborazione tra Fondazione Sant’Elia, Institut Supérieur des beaux-arts de Besançon (ISBA di Besançon), Ecole National Supérieure des arts visuels de La Cambre (ENSAV La Cambre), Istituto di Cultura Svizzera di Roma, Institut français Italia e Goethe Institut Palermo.
Da giugno 2024 alla primavera 2025, 10 artisti internazionali provenienti da Francia, Belgio e Svizzera risiederanno a Palermo presso le residenze artistiche di Palazzo Sant’Elia, e svilupperanno progetti innovativi che esplorano il contesto paesaggistico, storico e sociale della Sicilia, contribuendo così a rafforzare la presenza della Fondazione nei circuiti internazionali del dialogo creativo e della collaborazione artistica.
La prima parte del programma di Residenze si svolgerà da giugno ad agosto 2024 con il progetto “Fissare l’arcipelago”, ideato da Philippe Terrier-Hermann, professore e artista presso ISBA e ENSAV. Insieme a Hervé Charles, Sylvie Luccisano, Tanguy Poujol, Sarah Ritter, Daphné Targotay, Anna Safiatou Touré, Philippe lavorerà sul tema delle isole mediterranee e la loro rilevanza cultuale e culturale. Le opere create durante la permanenza a Palermo saranno presentate in una mostra nella primavera del 2025.
Il concept del progetto parte dal presupposto che è impossibile definire tutte le frontiere dello spazio mediterraneo e la proposta è di concentrarsi sul suo centro: l’arcipelago, troppo spesso ritenuto periferico. Gli artisti ritengono che escludendo Cipro e Malta, le altre isole rimangono “dominio di poteri continentali”: la Corsica di Parigi, le Baleari di Madrid, Creta di Atene, le isole dei Principi di Istanbul, Brioni di Zagabria, e la Sicilia e la Sardegna di Roma. Le isole del Mediterraneo sono metafore dell’altrove, fonti di miti e simboli di culture miste influenzate da Europa, Asia e Africa. Il progetto adotta una metodologia aperta, ispirata alla serendipità di Kenneth White e alla deriva di Guy Debord, e mira alla produzione di film, fotografie, disegni e testi che convergono in un’opera collettiva. L’obiettivo è superare le frontiere politiche per valorizzare le specificità sovranazionali e la complessità delle isole.
Nel periodo da settembre a dicembre 2024, la seconda parte del programma Residenze d’Artista si concentrerà sul progetto “Arts & Science”, consolidando ulteriormente la pluriennale collaborazione tra Fondazione Sant’Elia e l’Istituto di Cultura Svizzero di Roma, noto per essere una piattaforma interdisciplinare che unisce ricerca artistica e scientifica. I protagonisti delle residenze saranno Fabrizio Furiassi e Maria Rapicavoli che lavoreranno ad un progetto inedito che mira ad esplorare le relazioni tra architettura e funzioni di uno dei luoghi simbolo delle più recenti storie dell’antimafia.
Il programma di residenza continua nel 2025. Da marzo a maggio ospite delle residenze di Palazzo Sant’Elia sarà Gonzalo Orquin. Sin dagli esordi, Orquín mette in scena il dramma umano dell’attimo che fugge, presentando un universo di figure, ritratti e nature morte che filtrano il realismo di matrice spagnola attraverso la lezione mentale e formale del classicismo respirato a Roma, città in cui il pittore sivigliano si trasferisce dopo gli studi e dove è fortemente radicato.
Fondamentale nella formazione di questa pittura dal vero, rigorosamente figurativa, è stato l’incontro con Giotto, Piero della Francesca e i maestri del Novecento come Casorati e Sironi. La sua passione per la cultura italiana si manifesta in molte opere, come nella serie dedicata ai romanzi di dieci scrittori contemporanei, tra cui Pier Paolo Pasolini, Natalia Ginzburg e Anna Maria Ortese, ispirandosi ai personaggi che riprendono vita in opere su carta.
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Gli artisti coinvolti nel progetto “Fissare l’arcipelago”
Hervé Charles, fotografo e artista visivo belga e direttore dell’atelier fotografia a La Cambre di Bruxelles, esplora l’ambiguità della rappresentazione attraverso immagini e video di paesaggi. È noto per la serie “Nuvole e Conseguenze”, in cui sovrappone immagini trasparenti per esaminare le diverse forme delle nuvole, dell’acqua, della neve e del ghiaccio. Continuando questa ricerca, ha realizzato altre serie come “Vulcani” e più recentemente ha documentato le tracce di catastrofi naturali come incendi boschivi. In Sicilia, Charles proseguirà la sua ricerca fotografica, focalizzandosi su fuochi e vulcani.
Sylvie Luccisano, nata nel 1973, ha studiato architettura degli interni e sta completando un Master in Belle Arti a Besançon. Nel corso del suo percorso formativo, ha sperimentato video, performance, disegno e ceramica, integrandoli nella sua pratica fotografica. La sua arte si concentra sul mondo vivente e sull’uomo nel suo ambiente, esplorando strutture, materiali e osservando attentamente i dettagli della materia. Attraverso le sue installazioni artistiche, indaga sull’impatto degli esseri umani sull’ambiente, dedicando particolare attenzione a questo tema di consapevolezza.
Tanguy Poujol, nato in Francia nel 1990, ha studiato architettura prima di iscriversi al laboratorio di fotografia di La Cambre. Laureato nel 2017, ha iniziato a dedicarsi alle installazioni, combinando la pratica dell’immagine con una riflessione più ampia su di essa. Le sue opere, di varie dimensioni e spesso immersive, riflettono il suo approccio innovativo.
Sarah Ritter, fotografa francese diplomata all’Ecole Nationale Supérieure de la Photographie di Arles, insegna fotografia all’ISBA di Besançon.
Attenta ai legami tra scienza, immagine e industria, da diversi anni sviluppa una ricerca sull’estrazione intessendo legami tra l’attività estrattiva del minerale, la sua storia passata e contemporanea, e l’estrazione di dati operata dagli scienziati. In Sicilia si interessa alle miniere di zolfo e di potassio.
Daphné Targotay, artista franco-turca specializzata in arti visive e performative. Ha esposto il suo lavoro in Francia, Grecia, Turchia, Spagna, Germania e Polonia.
La sua pratica artistica si concentra su tematiche sociali legate agli studi sulla migrazione, esplorando il Mediterraneo, le sue isole e il Medio Oriente attraverso una visione poetica e narrativa. Partecipa attivamente al programma internazionale “Fixel l’archipel” dal 2019, utilizzando scrittura e composizione visiva per esplorare miti locali e storie personali, evidenziando l’importanza delle migrazioni per lo scambio interculturale. Daphné usa l’arte come strumento di promozione dell’espressione delle comunità multiculturali attraverso performance partecipative e collage audiovisivi.
Philippe Terrier-Hermann, nato nel 1970, ha studiato alla School of the Art Institute di Chicago e creato la sua prima opera alla Rijksakademie di Amsterdam. Ha vissuto nei Paesi Bassi, a Bruxelles, Roma, Parigi e Tokyo. Dal 2000 espone le sue opere in prestigiose istituzioni internazionali e i suoi video sono stati proiettati in vari festival e centri culturali. Dal 2004 insegna a La Cambre di Bruxelles e all’Isba di Besançon, dove conduce ricerche, tra cui l’ultimo programma di ricerca, “Fixez l’archipel”, esplora il mondo partendo dal Mediterraneo.
Anna Safiatou Touré, artista multidisciplinare franco-maliana che lavora a Bruxelles e laureata in fotografia all’ENSAV La Cambre, è nata a Bamako e si è trasferita in Francia in giovane età. Questo vissuto ha alimentato in lei il desiderio di comprendere la migrazione e le relazioni tra culture e storie coloniali. Attraverso la sua arte, esplora l’esotismo dell’Africa nera e crea legami tra i giovani sradicati e i loro ambienti. Il territorio siciliano, con la sua storia, promette di offrire nuove prospettive per le sue ricerche.
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Gli artisti coinvolti nel progetto Arts & Science
Fabrizio Furiassi, architetto italiano che lavora tra Roma e New York. Si è laureato presso l’Università La Sapienza di Roma e ha completato i suoi studi post-laurea presso l’Istituto Strelka per i Media, l’Architettura e il Design a Mosca. Ha inoltre studiato presso l’Istituto di Architettura di Mosca. Come professionista ha lavorato in studi in Italia, Canada, Russia e Giappone. Fabrizio opera all’incrocio tra architettura e arte. Il suo lavoro gli ha valso il primo premio al Roma Design Lab, nonché nomine al YTAA/Fundació Mies van der Rohe e all’Archiprix International/MIT.
Maria D. Rapicavoli, nasce a Catania. Vive e lavora a New York. La sua riflessione si focalizza sul rapporto tra visibilità e invisibilità, tra fenomeni tangibili e conseguenze immateriali, tra le strutture astratte della politica, dell’economia, del potere e la vita quotidiana di ciascun individuo. Mettendo in discussione la narrazione storica dominante e universalmente accettata, Rapicavoli propone una rilettura critica del passato e dei suoi effetti sulla società presente.
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Gonzalo Orquín, nato a Siviglia nel 1982. Tra le sue principali mostre personali recenti figurano: “Librografie” presso l’Ambasciata italiana negli Stati Uniti d’America, Washington D.C., ottobre 2017; Casa delle Letterature, Roma Capitale, ottobre-dicembre 2015; “Sí, quiero” al The Leslie-Lohman Museum di New York, maggio 2014. Tra le molte collettive cui ha partecipato si annoverano: “Artsiders” presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia, 2014; “El día y la noche” presso la Real Academia de España, Roma, 2014; “Imperfectu, International film and gender Festival” a Tijuana, Messico, 2014; “Trialogo” presso la Galleria L’Opera, Roma, 2013. Ha vinto il concorso promosso dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali alla Biblioteca Angelica nella categoria di grafica nel 2016. Ha realizzato “La Cappella Porcina”, un’opera monumentale di street art (30×4 metri) presso il M.A.A.M. di Roma. Del suo lavoro hanno scritto, tra gli altri, “The Art Newspaper”, “La Repubblica”, “Il Corriere della Sera”, “The Huffington Post” (U.S., Francia, U.K., Spagna), “Le Figaro”, “Le Monde”, “New York Daily News”, “Internazionale”, “La Stampa”, “Il Giornale dell’Arte”, “Artribune”, “Exibart” e “Inside Art”.
Luogo: Palazzo Sant’Elia, Via Maqueda, 81, PALERMO, PALERMO, SICILIA
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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