“Le lacrime per operatori sanitari uccisi mentre svolgevano il loro lavoro al servizio dei cittadini le abbiamo, purtroppo, già versate. Eppure, ogni giorno dagli ospedali di tutta Italia escono bollettini di guerra in seguito alle aggressioni, insensate e violente, che continuano a subire. Di nuovo la città di Milano, dopo il caso dell’omicidio del dottor Giovanni Falcetto avvenuto lo scorso dicembre, è stata al centro di un atto brutale con un medico del Pronto Soccorso del Policlinico che ha subito la furia del figlio di un paziente ricoverato riportando la frattura di un femore” commenta il Segretario Nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano. “È paradossale e triste che si debba pensare: poteva anche andare peggio. L’escalation di aggressioni, simili a vili agguati da strada, non si arresta e la vita degli operatori sanitari è spesso in pericolo. Ci si è scordati troppo in fretta di quanto da loro fatto, in tutta Italia, durante il periodo della pandemia. Loro erano in prima linea, loro hanno lavorato giorni e giorni senza sosta e riposi, loro hanno affrontato i rischi del contagio spesso senza protezioni, mostrando generosità e coraggio. Invece di aver ricevuto i giusti riconoscimenti e le gratificazioni adeguate alla loro professionalità, e lavorare in ambienti protetti, rischiano ogni giorno la vita quasi si trovassero a combattere una guerra in trincea. Il tema della sicurezza, non ci stanchiamo di ripeterlo, rimane per noi una priorità assoluta come abbiamo anche sottolineato recentemente al Ministro Schillaci. Chiediamo altresì al Governo di mettere in atto una massiccia campagna di sensibilizzazione sulle televisioni, radio e giornali nazionali, che responsabilizzi i cittadini sul ruolo sociale, al loro servizio, svolto dai professionisti della sanità” conclude il sindacalista.

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