Enna, 16 settembre 2025 – Oggi i precari della giustizia hanno incrociato le braccia in tutta Italia. In contemporanea con decine di presìdi davanti a tribunali e corti d’appello, anche ad Enna la Funzione Pubblica CGIL ha organizzato un sit-in davanti al Palazzo di Giustizia per chiedere la stabilizzazione di migliaia di addetti.
I numeri parlano chiaro: sono circa 12 mila i precari impiegati negli uffici giudiziari grazie ai fondi del PNRR. Di questi, solo 3 mila hanno ottenuto garanzie di stabilizzazione. Altri 3 mila attendono risorse nella prossima legge di bilancio. Restano però 6 mila senza prospettive, con contratti in scadenza a giugno 2026.
«Non si tratta di personale aggiuntivo – hanno spiegato dal sindacato – ma di figure che tengono in piedi le cancellerie, gli uffici del processo, il lavoro quotidiano dei tribunali. Senza di loro la giustizia rischia di bloccarsi».
Durante il presidio, il dirigente sindacale Pietro Vanadia ha rilanciato l’allarme:
«La perdita delle professionalità acquisite rischia di creare un enorme danno in termini di efficienza del sistema giustizia. Svolgiamo mansioni essenziali e variegate, dalla gestione delle cancellerie alla redazione di bozze di provvedimenti, giornalmente a fianco della magistratura. L’abbattimento dell’arretrato costituisce un dato concreto ma questi risultati saranno sprecati, in mancanza di stabilità. Il nostro impegno per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal PNRR è reale, ma, al contempo, manca la garanzia del futuro di queste professionalità che rischiano di disperdersi ancor prima del 30 giugno 2026».
Anche gli operatori data entry e i funzionari tecnici di amministrazione hanno fatto sentire la loro voce:
«Il personale precario include professionalità necessarie per garantire le funzioni e i servizi amministrativi, svolti dagli operatori data entry e dai tecnici di amministrazione, figure altrettanto essenziali che svolgono tutte quelle attività strumentali e propedeutiche all’attività giurisdizionale, per dare concreta attuazione al principio del giusto processo».
Il rischio è duplice: da un lato migliaia di persone destinate alla disoccupazione, dall’altro un sistema giudiziario già fragile che tornerebbe a vivere ritardi, arretrati e disservizi.
La mobilitazione di oggi è solo un primo segnale. Se non arriveranno risposte dal governo, la vertenza è destinata a proseguire con nuove iniziative di protesta.
Carmelo Parrinelli
Luogo: Tribunale di Enna, ENNA, ENNA, SICILIA

Questo contenuto è stato disposto da un utente della community di BlogSicilia, collaboratore, ufficio stampa, giornalista, editor o lettore del nostro giornale. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore. Se hai richieste di approfondimento o di rettifica ed ogni altra osservazione su questo contenuto non esitare a contattare la redazione o il nostro community manager.






Commenta con Facebook