Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani osserva con crescente preoccupazione gli episodi di violenza verificatisi nel centro storico di Modica, che non possono essere relegati a fatti isolati ma devono essere letti come segnali di un indebolimento del tessuto sociale e delle strutture di legalità. La sicurezza pubblica, lungi dall’essere un bene accessorio, costituisce un diritto fondamentale, strettamente connesso alla dignità della persona e alla libertà di ciascun cittadino di vivere senza timore nello spazio urbano. La sua tutela è sancita dalla nostra Costituzione e trova riconoscimento nelle principali convenzioni internazionali in materia di diritti umani.

Quando il territorio viene percepito come privo di regole effettive, si diffonde quel senso di anomia che la sociologia descrive come smarrimento collettivo, in cui i giovani, privi di riferimenti educativi e comunitari, rischiano di scivolare verso comportamenti devianti. Non è soltanto una questione di ordine pubblico: è un problema di coesione sociale, di responsabilità politica e di capacità di trasmettere valori condivisi.


In questo scenario la scuola assume un ruolo decisivo. Essa non è soltanto luogo di istruzione, ma presidio di legalità e laboratorio di cittadinanza. È all’interno delle aule che può nascere una cultura del rispetto, della responsabilità e della convivenza pacifica, capace di radicarsi nelle coscienze dei giovani e di prevenire il ricorso alla violenza come strumento di affermazione. Educare alla legalità significa restituire senso alle regole, non come imposizione esterna, ma come fondamento della vita comunitaria.

Il CNDDU richiama dunque con forza la necessità di un impegno integrato: da un lato, potenziare gli strumenti di controllo e garantire presìdi di giustizia efficaci e di prossimità; dall’altro, investire in percorsi educativi, culturali e sociali che offrano ai ragazzi alternative reali e dignitose alla marginalità. Solo unendo prevenzione e repressione, educazione e responsabilità istituzionale, sarà possibile restituire a Modica la sua vera identità di città d’arte, di cultura e di incontro.


Tale prospettiva richiede un’azione coordinata che non si limiti a tamponare l’emergenza, ma sappia elaborare strategie di lungo periodo. La rigenerazione dei centri storici non passa soltanto per interventi urbanistici, ma anche per la ricostruzione del capitale sociale, inteso come rete di fiducia e solidarietà tra cittadini. Il CNDDU ritiene imprescindibile che la politica locale si assuma fino in fondo la propria funzione di mediazione tra le istanze della comunità e gli strumenti statali di tutela dell’ordine e della giustizia. L’inerzia o il rinvio producono inevitabilmente un ampliamento del disagio e una radicalizzazione dei conflitti. Per questo occorre agire subito, affinché la spirale della paura non soffochi il diritto collettivo a una convivenza pacifica e alla valorizzazione delle risorse culturali e sociali del territorio.

La sicurezza non è soltanto assenza di pericolo, ma presenza di opportunità e di relazioni sane. È su questa visione, armonica e integrata, che deve fondarsi l’azione delle istituzioni se vogliamo che la comunità modicana torni a riconoscersi in un orizzonte di fiducia, giustizia e legalità condivisa.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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