La recente determina dirigenziale 3789 del 01/08/2023, emessa dall’Amministrazione comunale, ha sollevato nel movimento “Civico 4” questioni gravi e di fondamentale importanza riguardanti l’igiene urbana e il rispetto dei servizi stipulati.

“Approvando la perizia di variante al capitolato di igiene urbana – spiega il leader del movimento Michele Mangiafico – della ditta Esper s.r.l., incaricata nel periodo in cui svolgeva il ruolo di D.E.C. dell’appalto, poi provvisoriamente assunto dall’arch. Maria Pia Di Gaetano dell’Amministrazione comunale, la determina in questione riunisce le seguenti gravi decisioni: 1. L’Amministrazione comunale non applica alcuna penalità alla ditta appaltatrice per il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dal capitolato di appalto; 2. L’Amministrazione comunale rinuncia a dodici servizi migliorativi mai svolti dalla ditta appaltatrice nei primi tre anni e mezzo e per i quali la città non ha mai ricevuto alcun corrispettivo attraverso specifiche sanzioni; 3. L’Amministrazione comunale certifica la vaghezza delle spiegazioni ricevute sulle spese per “comunicazione” che avrebbero dovuto servire a formare e informare la cittadinanza sulla differenziata e certifica una decurtazione per anno di circa 70 mila euro mai spese dalla ditta appaltatrice; 4. L’Amministrazione comunale decide di ridurre nelle nuove zone 2A, 2B, 2C, Belvedere e Cassibile lo spazzamento manuale fino a due giorni alla settimana; 5. L’Amministrazione comunale introduce nuovi servizi e rimodula vecchi servizi rispetto ai quali, ad oggi, ancora non abbiamo contezza in città di molte delle cose che sono state scritte”.

Secondo il movimento, tra le decisioni più critiche, l’Amministrazione ha scelto di non applicare alcuna penalità alla ditta appaltatrice per il mancato rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata, come previsto dall’articolo 15 del capitolato di appalto. Questa scelta solleva interrogativi sul danno erariale e sull’effettiva responsabilità dell’Amministrazione.

La perizia di variante al capitolato ha rivelato, secondo Civico 4, tre ordini di responsabilità dell’Amministrazione nel non raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata: la mancata esecuzione del sistema porta a porta in alcune zone della città, il mancato affissaggio dei “transponder” nei mastelli dei cittadini e il mancato impiego di polizia municipale e guardie ambientali per il controllo del territorio.

“Data l’importanza delle argomentazioni sopra esposte e la copiosità delle 70 pagine della perizia prodotta dalla Esper s.r.l., affronteremo le questioni in distinti interventi, per cui questo riguarderà oggi solo il punto 1 relativo alla mancata applicazione delle penalità. In base all’articolo 15 del capitolato di appalto, infatti, la ditta appaltatrice avrebbe dovuto pagare alla città 10 mila euro di penalità per il mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata per ogni mese. La città non vedrà mai questi denari – continua Mangiafico – perché, nell’ambito della variante, l’Amministrazione comunale ha deciso di non riscuoterli secondo un ragionamento che merita di essere approfondito dal punto di vista del danno erariale.”

Civico 4 ritiene fondamentale che le responsabilità vengano accertate e che coloro che hanno contribuito al mancato rispetto degli obiettivi paghino le conseguenze delle proprie azioni o inazioni e chiede che venga fatta giustizia e che gli amministratori pubblici rendano conto dei loro atti.

“L’Amministrazione – conclude Mangiafico – assume quanto asserito dalla perizia di variante secondo cui ci sono tre ordini di responsabilità dell’Amministrazione comunale nel non avere consentito il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata: 1. L’Amministrazione ha lasciato per tre anni e mezzo che una parte della città non eseguisse il sistema porta a porta (quattrocento utenze in via Italia e tutti i condomini con carrellati su strada); 2. L’Amministrazione non ha affisso i “transponder” nei mastelli dei cittadini; 3. L’Amministrazione non ha impiegato polizia municipale e guardie ambientali per il controllo del territorio. Dunque – sostiene la perizia – la colpa non è della ditta appaltatrice ma dell’Amministrazione comunale. Se così stanno le cose, a noi non sta bene la narrazione del tipo “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordiamoci il passato”.


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