Nel libro di Sebastiano Tanasi, Social media: rivoluzione culturale o impoverimento sociale cognitivo? (Armando Editore), viene indagata la realtà dell’informazione attraverso i social network analizzando l’evoluzione del fact checking ma mettendo in luce anche potenziali effetti collaterali della democrazia social. Il “lettore modello”, coincide totalmente con la sua controparte social? Più informazione si traduce necessariamente in più conoscenza.

Introduzione. Un giornale, nella percezione popolare doveva necessariamente essere vero. Questa percezione in effetti aveva una sua ragion d’essere, sia per la rigorosa selezione del personale che avveniva all’interno dei giornali, per cui solo dopo un lungo tirocinio e sulla scorta di studi idonei si arrivava a firmare gli articoli, sia per l’iter che un “pezzo” doveva seguire prima di essere pubblicato. Ogni giornale aveva una struttura di fact checking che cercava più di una conferma prima di mettere in stampa una notizia. Un mirabile esempio di queste procedure è riportato nel libro «All the President’s man» di Carl Bernstein e Bob Woodward (1974) e nel film che ne è stato tratto diretto da Alan Pakula ed interpretato da Robert Redford e Dustin Hoffman(1976), Si tratta di una cronaca dell’inchiesta svolta dagli autori (giornalisti del Washington Post) che portò alla luce il caso Watergate e che ebbe come conseguenza le dimissioni di un presidente degli Stati Uniti. Oggi che i social media sono diventati la principale fonte di notizie e aggiornamenti per una grande quantità di persone, proprio a scapito della carta stampata, sono le piattaforme dei social network ad essere spesso identificate come «portatrici di verità», benché non abbiano strutture idonee a contrastare 14 le notizie false (fake news), spesso postate artatamente perseguendo fini diversi da una semplice narrazione della realtà e che diventano facilmente virali all’interno della rete; inoltre nella maggior parte dei casi, all’interno dei social network la pubblicazione delle notizie avviene in modo automatico e non è prevista una struttura di controllo giornalistico simile al criterio delle 5W anglosassoni (who, what, where, when, why), che era alla base del fact checking.

Sebastiano Tanasi è nato in Sicilia nel 1963 e vive in provincia di Siracusa. Ha studiato Programmazione neurolinguistica e Scienze della Comunicazione. Ha pubblicato articoli e saggi brevi sulla comunicazione sul portale internazionale “academia.edu” e il romanzo Cerchi concentrici.


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