“Questa non è civiltà giuridica, ma barbarie. Le legittime e costituzionali tutele degli indagati di un reato non possono trasformarsi in strumento di ulteriore tortura e abuso sulla vittima. Se il Tik Tok della vergogna fosse stato realmente realizzato dal componente del branco della violenza del Foro Italico scarcerato ieri, dimostrerebbe che non c’è alcuna forma di pentimento, né consapevolezza dell’orrore commesso. Come purtroppo avevo tristemente pronosticato, l’aguzzino potrebbe essere tornato a burlarsi del crimine e diventare pericoloso per altre vittime potenziali. Sono necessarie pene esemplari. Le nostre città non possono trasformarsi in giungle in cui le donne debbano temere di bere qualche drink in libertà e vestire come desiderano”.

Il deputato regionale Marco Intravaia, componente della Commissione Regionale Antimafia, ha usato parole molto dure sulla scarcerazione di uno dei componenti del gruppo che ha abusato di una giovane al Foro Italico a Palermo, lo scorso luglio. Sul profilo dell’indagato sono apparsi un post e commenti provocatori che se fossero realmente riconducibili a lui lascerebbero intendere la totale mancanza di consapevolezza del grave fatto commesso.

“Davanti alla scarcerazione di uno degli aguzzini, la mia coscienza di cittadino e di padre si ribella. Non è degno di un paese civile che davanti a prove e ammissioni così evidenti, e nessun segno di pentimento da parte di queste bestie, uno di loro sia rimesso in libertà, con il rischio che la vittima se lo ritrovi davanti a subire ulteriori derisioni – come sembrerebbe già essere accaduto sui social – senza escludere che possa essere pericoloso anche per altre ragazze. È inammissibile e vergognoso. Che torni dentro e ci resti a lungo insieme agli altri componenti del branco”.

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