“Ha fatto bene il Ministro Bernini a esprimere la sua contrarietà circa la decisione dell’Università di Palermo di interrompere i rapporti con Israele. Un’Università che cede al ricatto di studenti facinorosi e violenti che occupano le Aule non consentendo di entrare a chi tra loro vorrebbe studiare, non ha futuro. Il rispetto per le scelte degli altri non esiste più, che studenti usciranno dagli atenei? La morale pacifinta sulla guerra di difesa d’Israele, il quale è impegnato in una vera lotta contro il male rappresentato da Hamas, come la nostra contro il nazismo negli anni ‘40, é un alibi che taluni docenti e studenti usano per dar sfogo al loro antisemitismo recondito.
La guerra è l’alibi perfetto per l’odio antiebraico. L’autonomia universitaria di ogni Ateneo non dovrebbe però consentire le discriminazioni, assumere decisioni d’indirizzo politico che competono al Parlamento in Italia. Chiudere i rapporti con le Università Israeliane è puramente antisemitismo, discriminatorio e riporta i ricordi a quegli anni in cui gli ebrei non potevano nemmeno entrare nelle Università, tutto questo purtroppo sta ricapitando. Fossi nell’Università di Palermo mi preoccuperei di questo, dell’odio, delle donne in Iran, di chi inneggia alla Jihad e non di contrastare l’unica democrazia liberale del Medio Oriente: Israele.”
Così Alessandro Bertoldi, Direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman, in un post sui social.
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