I giudici della Corte dei Conti della Sicilia presieduta da Luciana Savagnone (Adriana Parlato giudice relatore e Maria Rita Micci giudice) hanno condannato l’associazione agricola San Todaro di Centuripe (En), il presidente dell’associazione Giuseppe Maria Costante, e i funzionari dell’assessorato Agricoltura e Foreste Daniele Di Franco e Carmelo Chiapparo a risarcire la Regione con la somma di 770 mila euro.
Il 12 maggio del 2003 l’associazione agricola San Todaro che aveva tra gli scopi anche la costruzione e l’adeguamento di strade interpoderali ha chiesto un contributo con fondi europei di 774.750 euro per la realizzazione di una strada interpoderale. Il progetto complessivo era di un milione di euro. La parte restante la metteva l’associazione.
Nel 2005 l’Assessorato regionale Agricoltura e Foreste concedeva il contributo. Il 13 settembre del 2007 i funzionari dell’Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana, Chiapparo e Di Franco dopo un sopralluogo, compilavano un verbale nel quale certificavano che i lavori svolti sino a quella data erano risultati conformi a quelli approvati.
Il 23 e 24 ottobre 2007 sempre i funzionari attestavano la realizzazione della strada. Il 14 dicembre l’assessorato liquidava il contributo. Il 13 maggio del 2014 il Comandante del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Enna, informava la Procura regionale che nella realizzazione dell’opera sono state riscontrate diverse anomalie.
Secondo le indagini dei finanzieri non erano state versate le somme da parte dei soci, vi erano state false fatturazioni e simulazioni di spostamenti di capitali. Ancora le opere non sarebbero state completate nel 2007: dall’esame delle fatture emesse dai fornitori nel corso del 2008 sono stati acquistati materiali per la realizzazione della strada per 181.814 euro. Infine, sarebbe mancata l’autorizzazione del Genio Civile.
Il territorio di Centuripe è inserito nell’elenco dei comuni classificati sismici come zona 2° e quindi serviva un adeguato studio geologico per approvare il progetto. “Il presidente Costante, – si legge nella sentenza – intrattenendo i rapporti con la ditta appaltatrice e con gli uffici regionali appare il dominus dell’intera operazione. Anche il comportamento dei funzionari regionali è contestato dai giudici. “Il beneficio fu erogato proprio a seguito della non veritiera attestazione della conformità dei lavori al progetto da parte Di Franco e Chiapparo”. Da qui la condanna in primo grado dei giudici della Corte dei Conti.
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