Sala piena, idee chiare e in parte nuove, grandi preoccupazioni per un federalismo a metà che rischia di essere applicato solo alle Regioni ricche del Nord e la voglia di ripartire dal governo Musumeci, dove sono ben rappresentati, per tornare a dire la propria con forza nel panorama politico siciliano ma anche nazionale ed Europeo viso che il prossimo passaggio saranno proprio le elezioni europee.
I nuovi autonomisti, che certamente si ricollegano all’esperienza del Mpa, si sono riuniti ad Enna ed alla fine raccontano che “intendono affrontare la fase nuova della politica nazionale per rappresentare al Sicilia e più in generale il Mezzogiorno che rischia di finire schiacciato tra politiche assistenzialiste e l’autonomia finanziaria delle regioni ricche del Nord”.
Nel corso degli interventi è stato rimarcato che se Veneto, Lombardia e Emilia tratterranno parte del gettito fiscale sarà la fine dell’unità d’Italia e la condanna a morte per la Sicilia e per il Sud; morte di povertà, disoccupazione, emigrazione.
I nuovi autonomisti confermano la loro lealtà al governo Musumeci e auspicano che insieme al presidente e al suo movimento si possa compiere un percorso comune, magari rifondando un partito nazionale che ponga al centro della sua azione politica l’avvio del superamento del divario tra Nord e Sud.
È stato anche notato come questo percorso non può coincidere con quello di Forza Italia che un giorno dichiara di volere cambiare nome e l’indomani no; un giorno vuole ricostruire il centrodestra, l’indomani non esclude una convergenza con il neo partito renziano.
Sintomatica l’attenzione riservata all’intervento dell’on. Del Mastro, deputato del partito di Giorgia Meloni, al quale non è un mistero che gli autonomisti guardino con interesse, ipotizzando un rapporto federativo fondato su un programma di pochi punti essenziali.
E qua i temi storici degli autonomisti si riducono a due: perequazione infrastrutturale, leggasi Ponte sullo Stretto, e alta velocità ferroviaria e fiscalità compensativa o di sviluppo. Temi che campeggiavano per altro nella sala stampati a carattere cubitali in due enormi striscioni.
Al nuovo movimento autonomista hanno portato il loro contributo l’ex presidente dell’ANCI, Giacomo Scala, insieme a un folto gruppo di dirigenti di Sicilia Futura.
Apprezzati i discorsi di Giuseppe Li Rosi, presidente di “Simenza”, nonché coltivatore e produttore dei grani antichi siciliani; Pietro Ambra, vice presidente nazionale di Confcommercio Giovani delegato all’innovazione, Marco Pettinato, presidente dell’Associazione ANPCI, nonché apprezzato il saluto portato dall’on. Basilio Catanoso, candidato di Forza Italia.
Il convegno, ospitato nell’auditorium dell’Università Kore, è stato coordinato da Nicola Vernuccio, ex assessore regionale agli Enti Locali. A far gli onori di casa Francesco Colianni, assessore al Comune di Enna.
Applaudito l’intervento del presidente della Regione Nello Musumeci che ha rivendicato i risultati del suo governo, a partire dall’alta percentuale di spesa dei fondi europei, e ha lanciato l’idea di un partito regionale siciliano che metta insieme tutti gli autonomisti, contestando il ruolo fallimentare svolto da tutti i partiti nazionali, nessuno escluso, affinché anche la Sicilia, come Trentino e Val d’Aosta, abbia un partito territoriale maggioritario.
Innocenzo Leontini, parlamentare europeo, votato dagli autonomisti, ha indicato la necessità di riformare le politiche europee fortemente penalizzanti per la Sicilia.
Roberto Di Mauro, vice presidente dell’Ars, ha indicato con molto realismo l’ipotesi di un’alleanza con un partito nazionale, con un rapporto federativo fondato su un programma minimo di fiscalità di sviluppo e di infrastrutture, che possa consentire l’elezione di uno, due deputati siciliani alle elezioni europee del maggio prossimo.
Pippo Reina, fondatore e presidente di “Sicilia – Regione – Nazione”, ha tracciato l’identikit ideologico del movimento autonomista che si avvarrà di una struttura organizzativa radicata nel territorio cui si affiancherà una piattaforma informatica, denominata “Sicilia Autonoma” e il blog di informazione “Sicilia 2030”.
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