Il gup del tribunale di Enna ha emesso sentenza di non luogo a procedere per sopravvenuta prescrizione nei confronti dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, difeso dall’avvocato Massimo Motisi e l’assessore Pier Carmelo Russo , difeso dall’avvocato Nino Caleca, che erano accusati di disastro ambientale colposo e concorso nell’abbandono incontrollato dei rifiuti nell’ex miniera di Pasquasia.
Secondo la Procura, che aprì una inchiesta nel 2011 e poi sequestrò il sito, sarebbero state abbandonate e depositate circa 910 tonnellate di materiali contenenti amianto, altri rifiuti pericolosi e oltre cinquemila chili di olio dielettrico. Sia l’ex presidente della Regione che l’assessore avevano sempre contestato l’accusa.
“Avrei dovuto vigilare e controllare personalmente, giorno e notte, che tonnellate di rifiuti di ogni sorta (forse anche radioattivi) non venissero depositati nella ex-miniera? Era un compito che spettava al Presidente della Regione o ad altri? Ero Commissario per la Bonifica del sito minerario – ha detto Lombardo nel corso delle indagini – e il mio Governo, fatto, mi dicono, senza precedenti, ha reperito le risorse, oltre 20 milioni di euro, per il risanamento del sito e grazie a quelle risorse, si è celebrata finalmente la gara per l’esecuzione del relativo progetto”. Per i legali il rammarico di non avere una sentenza assolutoria.
“Rammarico visto che la fase di indagine è durata per più di cinque anni e al gup si sono avvicendati diversi giudici per due anni – dice l’avvocato Massimo Motisi – resta l’amarezza di non potere avere la soddisfazione di una sentenza pienamente assolutoria su questa vicenda che va avanti da sette anni e mezzo dal sequestro”.
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