La seconda giornata del Festival del giornalismo enogastronomico ha visto protagoniste le aziende produttrici del territorio, dall’azienda Emanumiele di Galati Mamertino, specializzata nella produzione di diverse varietà di miele, che ha guidato i presenti in un’interessantissima masterclass, al caseificio Bompietro che ha spiegato i processi di lavorazione e le qualità organolettiche dei suoi formaggi.

Tra una masterclass e l’altra gli ospiti sono stati deliziati dai salumi “I Macellotti” di Scaligera Intracarni Company, preparati con tagli freschi carne, selezionati e macinati a caldo e insaporiti con sale e spezie naturali.

Degno di nota il “Prosciutto dei Nebrodi” dell’azienda Opan (Organizzazione Prodotto Allevatori Nebrodi) Suino Nero dei Nebrodi, marchio depositato all’ufficio marchi e brevetti e riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Dopo le degustazioni, gli ospiti hanno potuto gustare i buonissimi gin del marchio Piazza Bologni.

Nel corso della mattinata si è parlato di turismo con il presidente di Aeroviaggi Marcello Mangia, intervistato da Valeria De Rosa, che ha sottolineato l’importanza di sviluppare un turismo di prossimità e di esaltare le piccole eccellenze enogastronomiche locali, che attirano sempre più turisti, coinvolgendo anche le istituzioni per innescare un circolo virtuoso.

La Sicilia più di altri territori si presta benissimo a questo, grazie all’immenso patrimonio culturale ed enogastronomico a costo zero che possiede.

Durante la giornata è stato presentato dal sindaco di Biancavilla Antonio Bonanno l’evento “Biancavilla Etna Wine Forum: L’Economia del Vulcano”, che si terrà dal 15 al 17 ottobre 2022 a Biancavilla, per accendere i riflettori su un territorio ricchissimo di prodotti agricoli, ma ancora poco conosciuto per quanto riguarda i vini.

L’obiettivo è partire dalle radici, guardando al futuro, portando alla ribalta le realtà medio-piccole come l’azienda “Tenuta del Vallone Rosso” di Gianluca Funnari, che produce nerello mascalese e l’azienda “Podere dell’Etna Segreta” di Mario Grasso, depositarie di modelli che si tramandano di padre in figlio.

Il podcast, un nuovo modo di raccontare il territorio

Nel pomeriggio si è svolto il focus dal titolo “Mi faccio un podcast: forme e tecniche nuove per raccontare il territorio”, in compagnia di Nino Amadore, Biagio Semilia, Flavio Fazio e Roberto Gueli.

Durante l’incontro si è parlato di evoluzione tecnologica, accuratezza, verifica delle fonti, competenza tutti elementi strategici senza i quali i giornali avranno un respiro corto. Audiovisivo e podcast sono, dunque, la via per raggiungere i giovani, in quanto strumenti secondo Di Girolamo e Semilia meno invasivi ed economici, che consentono di approfondire e contestualizzare i fatti.

In più, i podcast sono anche economici. Possono essere fatti direttamente o si può scegliere una piattaforma in grado di supportarne la realizzazione, permettendo da un lato agli editori di monetizzare e dall’altro di capire anche quanto il podcast possa incontrare l’interesse e il gusto del pubblico.

Roberto Gueli ha così affermato: “la parola podcast mi piace molto. L’importante è “raccontare e raccontare bene, rimanendo al passo con l’evoluzione tecnologica e la velocità, ma facendo sempre due verifiche della fonte”. L’Ordine non è una stanza chiusa – ha proseguito Gueli- ma deve essere un punto di riferimento per i giornalisti, contro le querele temerarie e il precariato per fare due esempi. Emblematica è la vicenda del Tgs, che rischia di chiudere e per il quale sono in corso trattative sindacali. L’obiettivo deve essere fare fronte comune” – ha poi concluso il Presidente dell’Ordine.

A seguire l’interessante l’intervista di Liliana Rosano a Nicola Fiasconaro, il maestro del panettone siciliano, oggi conosciuto a livello internazionale (manda i suoi prodotti anche alla Nasa) e che ha deciso di reinvestire parte del suo fatturato, destinandolo ai produttori locali. Fiasconaro, forte del suo successo, oggi conta di realizzare tanti nuovi traguardi, partendo dagli ingredienti che hanno fatto grande la sua azienda: la creatività, la sperimentazione continua, l’amore per la terra e i suoi prodotti e il rispetto dell’ambiente.

L’innovazione che fa crescere

Il pomeriggio ha fornito l’occasione per parlare di innovazione, in compagnia di Pietro Di Noto, Marcantonio Ruisi e Alessandro Lombardi. Il maestro gelatiere Pietro Di Noto ha mostrato come si possa fare innovazione anche in un territorio ai margini come quello di Castel Di Tusa e ha raccontato il suo nuovo prodotto brevettato, una vaschetta per uso alimentare, realizzata con idrogel e che può essere riutilizzata per trasportare il gelato per 2 ore e mezza senza che questo si sciolga. Se si tiene il prodotto congelato il giorno prima si può arrivare anche alle 6 ore.

Un’innovazione che nasce con il desiderio di dare la risposta ad un problema concreto che più volte il maestro gelataio si è trovato a vivere nel suo lavoro. Ora l’obiettivo è immettere il prodotto sui mercati nazionali e internazionali.

A dare manforte in questa discussione sull’innovazione Marcantonio Ruisi, presidente di StartCup, che partecipa alla stesura del rapporto sul turismo enogastronomico. Ruisi ha ricordato come esistano tanti tipi di innovazione, l’innovazione di prodotto, di processo, l’innovazione nel campo della ricerca, l’innovazione dei processi aziendali e dello stesso brand, sottolineando, però, anche come quest’ultima non debba necessariamente partire da percorsi strutturati, ma possa nascere dal basso, immaginando nuovi orizzonti tra settori complementari e soprattutto facendo rete.

Bisogna, poi, fare i conti con il climate change, che andrà a modificare le nostre aziende, gli accordi territoriali e la stessa filiera e mantenere uno sguardo attento al network, all’innovazione, ma anche alla sostenibilità, che può costituire un’importante opportunità di business per gli imprenditori lungimiranti.

A chiudere il dibattito Alessandro Lombardi, comunicatore istituzionale, che dal 2014 al 2019, ha curato la comunicazione del Comune di Palermo, lanciando contest e iniziative innovate e che ha raccontato tutte le difficoltà nel fare comunicazione all’interno della pubblica amministrazione, in forte ritardo sul tema dell’innovazione e in cui “i dirigenti sono pagati per fare ciò che viene prescritto da leggi vecchie e rigide, né più, né meno”.

Gianfranco Marrone presenta il suo libro “Gustoso e Saporito”

A chiudere la giornata “L’Aperilibro” con Gianfranco Marrone, professore ordinario di semiotica all’Università di Palermo, che ha raccontato a Nino Amadore il suo nuovo libro “Gustoso e Saporito”. Un titolo apparentemente ambiguo ma che aiuta a spiegare i due linguaggi diversi, ma che si mescolano tra loro: il gustoso, con cui riconosciamo ciò che sta nel piatto, il saporito, con cui percepiamo sensorialmente aromi, temperature, consistenze.

Si è parlato poi della necessità di qualificare le professionalità del cibo, operazione che Marrone porta avanti da tempo con il master di I livello in comunicazione enogastronomica dell’Università di Palermo, che ha formato diverse figure qualificate. Il professore ha annunciato in anteprima che al momento il Miur sta valutando l’ipotesi di creare un “Liceo del Gusto”, un liceo, molto diverso dall’Istituto alberghiero, deputato a formare le professionalità che si occupano della narrazione del cibo.

Foto di Stefano Lo Re

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