Licia Guccione è un’ imprenditrice agricola impegnata, ormai da vent’anni, a lavorare a stretto contatto con la terra e le meraviglie della campagna di Mazzarino, in provincia di Caltanissetta. Erede dell’azienda di famiglia, è anche un’attiva sostenitrice dell’economia isolana e del ruolo delle donne nell’imprenditoria. Ecco perché ha deciso, insieme a tanti altri, di sostenere l’iniziativa social #iomangioebevosiciliano che da circa un mese spopola sul web.
Dopo una lunga esperienza come general manager nel settore alberghiero, decide, nel 2000, di dedicarsi anima e corpo all’attività esercitata dal padre e proseguirne il lavoro. Ma il lavoro di Licia non si ferma qui.
Ad oggi infatti riveste il ruolo di vicepresidente in Confagricoltura Donna Sicilia, sostenendo il presidente Maria Pia Piricò Gioia nella promozione e sostegno del lavoro delle colleghe siciliane. La sua intervista.
Come è nata al scelta di abbandonare il settore alberghiero e dedicarsi all’agricoltura?
Sono nata e cresciuta in una famiglia che da generazioni opera nel settore dell’agricoltura e nel 2000, dopo la scomparsa di mio padre, ho deciso di lasciare il settore alberghiero e dedicarmi interamente alla gestione dell’attività di famiglia. Oggi lavoro insieme a mia figlia Carolina, neo laureata in relazioni pubbliche e comunicazione d’impresa. Lei mostra già interesse per l’attività di famiglia e stiamo anche sviluppando nuovi progetti per il futuro. La passione per il contatto con il pubblico non è mai sopita. Ho, infatti, ritagliato un piccolo spazio in azienda dedicato all’ospitalità. Inoltre, la mia attività ha un legame stretto e profondo con le arti e la cultura. Sosteniamo spesso progetti artistici come “I colori dell’anima” di Maria Russo o “Conca Aurea” il progetto di Dan Iroaie e Eugenio Tagliavia ed anche letterari come la presentazione di “Anjia, a segretaria di DostoevskiJ” il bellissimo romanzo di Giuseppe Manfridi.
Dove nasce e quali sono i prodotti della sua azienda?
L’azienda Licia Guccione, interamente votata alle coltivazioni biologiche, sorge all’interno di un territorio di rara bellezza e ricchissimo in termini di biodiversità. La zona è tutelata da un vincolo paesaggistico e la bellezza del monte Formaggio fa da sfondo a dolcissime colline dove, per centinaia e centinaia di metri non sorge nessuna costruzione. Qui, produco olive delle tre varietà di Nocellara (del Belice, messinese e dell’Etna) grazie alle quali otteniamo un blend per un olio dal sapore intenso ma molto delicato. Anche le mandorle sono un prodotto di punta: le varietà ferragnes e tuono sono prodotte da sempre e di recente abbiamo introdotto la varietà genko, che ci regala una resa maggiore. A breve metteremo in commercio anche foglie fresche di ulivo, con le quali è possibile prepara un decotto dalle innumerevoli proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antiossidanti.
La cultura dell’olio è strettamente legata alla nostra terra ed è stata anche promossa anche una nuova web series “Le vie dell’olio”, un progetto realizzato da Ismea nell’ambito della campagna di comunicazione nel settore dell’olio d’oliva del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Tutte le puntate sono pubblicate, a partire dallo scorso 13 aprile, sulla pagina youtube @IsmeaOfficial.
Quale ruolo assumono oggi le donne in un settore come quello dell’agricoltura che, sopratutto al Sud, è stato per lungo tempo retaggio esclusivo degli uomini?
Le donne hanno indubbiamente raggiunto maggiore consapevolezza e, ad oggi, essere imprenditori in questo settore, non è più discorso di genere. Lavoriamo e ci spendiamo ogni giorno concretamente nel lavoro in azienda, senza delegare, insomma ci occupiamo di tutto, molto spesso in prima persona. Ci sono ormai tantissimi esempi di colleghe che lavorano in questo settore e che hanno creato realtà produttive sane e di qualità, nella commercializzazione di miele, pasta e ortaggi. Il nostro impegno oggi si traduce, soprattutto, nella volontà di dare visibilità al nostro lavoro e ai nostri prodotti, attraverso la creazione una rete di contatti che oggi rappresenta la risorsa fondamentale per mantenere attivo ed efficiente il nostro settore produttivo. Questo è quello che cerchiamo di fare con Confagricoltura Donna Sicilia: un gruppo attivo ai tavoli tematici per promuovere azioni di commercializzazione e anche protocolli di intesa per la valorizzazione dei nostri prodotti.
Ci sono attualmente delle iniziative che di fatto aiutano gli imprenditori del settore agricolo in questo momento di difficoltà?
Per una delle più significative è Agrijob, il portale lanciato da Confagricoltura, che consente di reclutare on line mano d’opera stagionale per provvedere ai raccolti. Le richieste sono state già tantissime e le varie delegazioni regionali provvederanno allo smistamento per favorire l’incontro tra aziende e lavoratori.
Quali sono stati i danni e quali saranno le prospettive del settore agricolo a fronte dell’ emergenza COVID – 19?
Personalmente, ritengo che fino ad oggi, il settore agricolo ha patito danni maggiori a causa dei cambiamenti climatici più che dei virus. Certo, il settore delle vendite ha subìto una massiva battuta d’arresto ma noi abbiamo comunque la fortuna di poter continuare a lavorare. Il nostro lavoro ha un’importanza fondamentale nella tutela dell’ambiente: è un continuo impegno nell’incremento delle specie vegetali e nella protezione della biodiversità.
È un lavoro faticoso, che comporta molti rischi legati all’andamento naturale delle stagioni e che andrebbe supportato e premiato maggiormente. Noi continuiamo ad impegnarci e a lavorare per dare il meglio ma fare rete e valorizzare i prodotti sarà fondamentale. Per questo porto avanti il mio impegno con Confagricoltura e sostengo iniziative come #iomangioebevosiciliano.
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