Le monache di Santa Caterina e, in generale, di tutti i monasteri erano delle cuoche provette. A dimostrarlo, oltre ai tanti ricettari rinvenuti all’interno dei conventi, anche, e soprattutto, tanti piatti tipici, dolci e salati, entrati ormai a far parte della tradizione gastronomica siciliana ma che, a ben guardare, sono stati creati proprio dalle mani “sante” delle suore di clausura come, ad esempio, le genovesi ericine, le minne di Sant’Agata e alla pasta reale.
Le fonti su quali fossero e che gusto avessero i cibi preparati in occasione delle ricorrenze solenni all’interno dei conventi palermitani, infatti, sono ricche di notizie, ad esempio, riguardo ai banchetti allestiti in occasione delle professioni religiose delle aristocratiche fanciulle che abitavano i tanti monasteri cittadini.
Durante la serata i commensali avranno l’opportunità di ascoltare il racconto delle storie sulla vita monastica a Palermo e alcune interessanti curiosità e aneddoti relativi alle pietanze del banchetto che rispecchieranno quelle che le monache di Santa Caterina, monastero primario di Palermo, appartenenti al fiore della nobiltà, nei giorni di festa erano solite allietare il loro desco con cibi preparati secondo della tradizione aristocratica quali pasticci, timballi, fritturine, gateau, ragù.
Sarà possibile partecipare solo su prenotazione fino al raggiungimento del numero massimo. In osservanza alle norme sul COVID-19 e per ottemperare al distanziamento sociale, sarà richiesto il numero preciso del gruppo di congiunti.
Inoltre, a partire dal 3 luglio, la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria sarà visitabile in notturna nell’ambito della manifestazione RestArt.
E’ possibile prenotare la visita notturna online.