Un + 26% di presenze turistiche in Sicilia rispetto all’estate del 2015. E da questa cifra “boom” da cui prenderanno il via “Gli Stati del turismo in Sicilia” in programma da domani a Taormina. Tavoli tematici, focus a cui prenderanno parte tutti gli “attori” attorno a cui ruota la macchina turistica nell’Isola. Chiuderanno i lavori sabato il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e l’assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo.
Un confronto ed un dialogo vero che vede come obiettivo la realizzazione del Piano Strategico per il Turismo a livello regionale.
Un’operazione mai prima realizzata che come dice a Blogsicilia l’assessore Barbagallo “deve essere aperta a tutti gli operatori del settore partendo dalla considerazione che i dati straordinari di presenza nell’isola devono essere non un punto di arrivo ma di partenza. Noi abbiamo l’ambizione di coltivare questo momento positivo anche attraverso le proposte che arriveranno in questi giorni”.
Ma se da un lato il turismo sembra crescere nell’isola, si cadrebbe in errore se non si focalizzassero quelli che rimangono dei nodi irrisolti che proprio al settore turistico impediscono di mettere le ali, di andare oltre verso quei livelli su cui la Sicilia per il suo profilo territoriale dovrebbe muoversi. Non ultimo l’annoso e incancrenito gap infrastruttturale.
“Noi abbiamo una rete infrastrutturale tra le peggiori – continua Barbagallo -, il sistema dei trasporti azzoppato e c’è anche il tema del costo dei trasporti. Il tema non è “Ponte sì” “Ponte NO”, verso cui peraltro io sono favorevole, ma quello dell’attraversamento dello Stretto . Io ho capito che anche su questo delicato tema dei trasporti ci sono responsabilità da parte di chi gestisce gli aeroporti e ci sono anche alcune lobby dei vettori aerei che continuano a far affari sulla pelle dei siciliani, tutti questi sono temi che dobbiamo affrontare”.
Ma sul campo rimane anche la fruizione del patrimonio storico artistico “Dei sei prodotti turistici tematici il più importante è il balneare, poi l’enogastronomico e poi il culturale – sottolinea l’assessore – . Nell’organizzazione dell’offerta la priorità è il raccordo immediato con le attività produttive e con le infrastrutture. Dopo va affrontata quella culturale. Qui non è funzionata la valorizzazione paghiamo lo scotto di differenza normativa rispetto al resto del Paese, la mancanza di digitalizzazione dei siti e dei parchi archeologici siciliani, non c’è una carta turistica unica, per non parlare degli orari di apertura e chiusura dei musei. Faremo due forum sui beni culturali perchè se superano queste criticità possiamo raddoppiare i numeri di presenze.
“Noi abbiamo accompagnato le imprese con azioni mirate con la strutturazione di particolare itinerari come quelli federiciani o degli scrittori e credo che da queste iniziative avviate abbiamo avuto e avremo risultati ottimi. Da non sottovalutare anche il turismo sostenibile che abbiamo investito di più di tutte le regioni, abbiamo fatto iniziative riguardani treni storici, dei castelli, dei vini e credo che sia un punto importantissimo e noi come Sicilia dovremo farci trovare pronti visto che il 2017 è l’anno del Turismo Sostenibile.
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