“I reati appaiono di rilevante gravità – aveva detto il pm Sebastiano Ardita nell’ultima parte della requisitoria – sia per le responsabilità pubbliche di chi le commette, sia perché sottraggono importanti risorse a un settore strategico e vitale come la formazione professionale, con tanti giovani in cerca di occupazione”. Il pubblico ministero aveva parlato in generale del reato associativo ed ha poi concluso: “Riteniamo questi illeciti commessi con una rete estesa e preoccupante di complicità realizzati in situazioni di palese conflitto di interessi da chi amministrava in modo diretto ed indiretto interessi e denaro pubblico. Da questi fatti emerge una condizione di privilegio di quanti si sono arricchiti con facilità attraverso coperture, complicità e forza istituzionale a dispetto delle difficoltà nelle quali si dibattono i normali cittadini a cui quelle risorse sono state sottratte. Riteniamo che queste vicende meritino in risposta un processo normale con la normale applicazione delle regole previste per tutti i cittadini”. Ancora in corso il processo per la prima tranche dell’inchiesta, “Corsi d’oro”, che si svolge davanti ai giudici della Seconda sezione del tribunale di Messina. Il processo è alle battute finali.

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